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Sensi, Inter sempre la prima scelta: lo voleva Conte. Una la mossa che ha cambiato tutto

Il club nerazzurro si gode il talento classe '95

Marco Astori

"L’Inter e gli interisti si sono innamorati di Stefano Sensi". Esordisce così il Corriere dello Sport, che incensa l'acquisto del centrocampista classe '95 da parte del club nerazzurro: l'ex Sassuolo ha già infatti conquistato i tifosi e continua a stupire sempre di più. "Sono bastate poche amichevoli e tre giornate di campionato per eleggere il ventiquattrenne di Urbino a elemento insostituibile dello scacchiere di Conte, un centrocampista tutto fare che sa impostare, recuperare il pallone, ma anche inserirsi e far gol. Alla luce del rendimento avuto finora, Sensi si sta rivelando un acquisto assai indovinato e se la Milano nerazzurra sorride, quella rossonera che lo aveva in pugno non può certo fare lo stesso. Il corteggiamento dell’Inter a Sensi parte da lontano, da una missione di mercato a metà novembre 2015 quando il ds Ausilio e l’allora tecnico Mancini andarono a vedere Stefano (e Kessie) in Cesena-Bari. Il ct lo ha poi convocato in Nazionale, ma anche Ausilio non lo ha perso di vista. Già da gennaio l’agente del calciatore, Giuseppe Riso, lavorava per portarlo alla Pinetina, ma sembrava che il Milan fosse in vantaggio.

La prima scelta del ragazzo però è sempre stata l’Inter e, quando Conte lo ha chiesto, la sua dirigenza ha chiuso l’operazione in fretta, con un vero e proprio blitz. Nel giorno dell’affondo decisivo dell’Inter, l’ad del Sassuolo Carnevali aveva in programma (la sera) un summit con il Milan per portare avanti (e forse chiudere) l’affare, ma la chiamata di Marotta e il successivo incontro nella sede nerazzurra cambiarono le carte in tavola. Sensi è arrivato in prestito oneroso (3 milioni “coperti” dalla cessione del cartellino di Sala) più diritto di riscatto a 25 e altri 5 milioni di bonus, mentre il ragazzo ha firmato un contratto da 1,5 milioni netti a stagione più bonus. Un’operazione interessante sia dal punto di vista economico sia tecnico visto che ad Appiano è considerato un piccolo Iniesta, uno completo e capace di fare tutto: è bravo a verticalizzare, a farsi trovare in zona gol, a calciare le punizioni, ma anche a dare qualità al palleggio. In futuro, quando Brozovic dovrà riposare, non è escluso che non lo vedremo anche come play".

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