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Si scrive Skriniar, si legge costanza. Inter, scampato l’errore più grande che si potesse fare

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Lo slovacco è ormai tornato un titolare inamovibile nella formazione interista: dal possibile addio in estate alla grande costanza di prestazioni

Marco Astori

E' normale tessere le lodi di chi figura nel tabellino o di chi è protagonista di giocate capaci di far innamorare i tifosi. E' il caso di Nicolò Barella, sempre più uomo decisivo nell'Inter; o di Achraf Hakimi, arma incontenibile per la squadra di Antonio Conte quando si tratta di far ammattire le difese avversarie. E come dimenticare Lukaku e Lautaro Martinez, veri aghi della bilancia di quel che sarà la stagione interista. Ma c'è un nome che, forse per la posizione arretrata, è tornato con forza a farsi largo tra i protagonisti della Beneamata: Milan Skriniar. Meno bello da vedere di De Vrij e Bastoni, ben più eleganti nel portamento, ma altrettanto, se non più battagliero e determinante lì dietro.

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Lo slovacco è tornato finalmente ai suoi livelli ed è un titolare indiscutibile della difesa dell'Inter, come lo era a quattro con Luciano Spalletti. La sua dominanza fisica, la sua grinta, ora anche l'aver appreso ogni movimento della linea a tre e la ben accresciuta precisione palla al piede fanno sì che il numero 37 sia assolutamente insostituibile. Ad inizio stagione, causa voci di mercato e Covid, l'Inter ha dovuto fare a meno dell'ex Sampdoria, adattando Danilo D'Ambrosio in quel ruolo: per caratteristiche tecniche, ovviamente, il numero 33 non è riuscito a non far rimpiangere il compagno, più adatto ad agire come centrale, soprattutto con tanti metri di campo da coprire. Ecco perché dalla gara col Sassuolo del 25 novembre 2020, Skriniar si è preso in maniera fissa quel posto e non ha minima intenzione di lasciarlo.

Scampato l'errore più grande

E ciò che è successo con il centrale slovacco può servire da lezione, anche in futuro. Perché nessuno dimentica come il giocatore in estate, dopo un anno difficile e ormai dietro a Diego Godin nelle gerarchie, fosse sul mercato e molto vicino al Tottenham. L'obiettivo era infatti quello di sacrificare il ragazzo per arrivare ad un centrocampista fisico: da lì la trattativa per un eventuale scambio con gli Spurs per Ndombélé. Salvo poi far saltare tutto, anche rifiutare l'offerta last minute di Mourinho, che di giocatori se ne intende: lo Special One aveva infatti designato Skriniar come il difensore da prendere. Ma l'Inter ha detto no, sbarrando la strada, a ragion veduta. Perché prima di cedere un talento e ancor prima un uomo, che licenzia il suo agente che voleva portarlo via, per poi presentarsi in sede per discutere autonomamente del rinnovo di contratto, bisogna pensarci non bene, benissimo. Ed è quello che l'Inter, per fortuna, ha fatto, evitando l'errore peggiore che si potesse fare.

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Capitan... costanza

Ed è la costanza l'arma che ha permesso a Skriniar di tornare sé stesso. Nelle ultime partite 14 partite di campionato, infatti, lo slovacco ha ricevuto soltanto due voti poco inferiori alla sufficienza, contornati da dodici giudizi positivi. E non è un caso che l'Inter sia tornata ad essere molto più solida in difesa: la sua presenza, vuoi o non vuoi, ha un grosso impatto. Senza dimenticare i due gol pesanti segnati contro Verona e Roma. E' naturale e pienamente comprensibile vedere in Nicolò Barella il capitano del futuro dell'Inter, considerati attaccamento e dedizione. Ma due anni prima, in nerazzurro, è arrivato un altro calciatore che quella carica l'ha già ricoperta una volta. E per il futuro, statene certi, non si tirerebbe assolutamente indietro.

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