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Spalletti e quella frase chiave detta a Brozovic: a metà tra sergente Hartman e Tony D’Amato

Il tecnico nerazzurro sta lavorando costantemente anche sulla mentalità dei suoi giocatori

Daniele Mari

Luciano Spalletti si trasforma in psicologo. Il tecnico nerazzurro, fin dal primo giorno di ritiro, sta lavorando costantemente sulla psiche dei suoi giocatori. Proteggendoli, come fece con Ranocchia fischiato durante le prime corsette a Riscone, ma anche scuotendoli dal torpore che a volte sembra avvolgere alcuni elementi della rosa. Come Marcelo Brozovic, giocatore talentuoso ma umorale se ce n'è uno. Il croato, tra le sue caratteristiche, ne ha una particolarmente scenografica: quando sbaglia un tiro o un appoggio scuote la testa in modo ripetuto, allargando le braccia a manifestare apertamente la delusione.

Una dimostrazione, un po' "teatrale", che spesso lo porta a giocare demoralizzato i minuti successivi. Anche ieri, contro il Genoa, Brozo ha dovuto ingoiare due bocconi amari: un palo e una parata di Perin su un tiro da pochi passi. E via con lo scuotere la testa. Un modo di fare che non è passato inosservato in panchina. Luciano Spalletti, infatti, ha incalzato il croato con un messaggio impossibile da non recepire: "Smettila di scuotere la testa", gli ha urlato il tecnico.

E non facciamo fatica a credere che questo tipo di messaggio venga recapitato all'ex Dinamo Zagabria anche in allenamento. Un allenamento costante, quello sulla psiche dei giocatori. Soprattutto di alcuni giocatori. Una via di mezzo tra sergente Hartman e Tony D'Amato, nel celebre discorso di "Ogni maledetta domenica". Una chiave importante, soprattutto per una squadra come l'Inter, che troppe volte negli anni passati è crollata proprio psicologicamente. Questo rischio, Spalletti, non vuole correrlo: basta scuotere la testa e imprecare contro la sfortuna, l'Inter sia artefice del suo destino. E i risultati stanno dando ragione al tecnico di Certaldo.

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