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Sprazzi di vero Jonathan. Castaignos, servono minuti: prestito da escludere?

Le amichevoli servono per trarre indicazioni, non certo per dare giudizi definitivi, e quella di oggi contro il Chiasso non è certo una partita che sfugge a questa regola. Ma proprio perché qualche indicazione si può trarre, ecco che occorre...

Daniele Mari

Le amichevoli servono per trarre indicazioni, non certo per dare giudizi definitivi, e quella di oggi contro il Chiasso non è certo una partita che sfugge a questa regola.

Ma proprio perché qualche indicazione si può trarre, ecco che occorre sottolineare la prestazione del brasiliano Jonathan. L'esterno sudamericano, che non ha trovato finora spazio nemmeno con gli infortuni di Maicon (nella gara contro il Lille hanno giocato esterni bassi Zanetti e Chivu) ha invece dimostrato di potersi meritare una chance, e forse anche più di una.

Il ragazzo ha corsa, passo e tecnica da centrocampista (l'elastico con tunnel al difensore elvetico prima di appoggiare il pallone del raddoppio a Castaignos è un numero non proprio elementare), gli manca sicuramente la disciplina tattica italiana, ma i numeri ci sono e le potenzialità non sono trascurabili.

Tradotta male o meno, la frase che è stata attribuita a Wesley Sneijder ("c'è troppa differenza tra titolari e riserve") ha un fondo di verità, ma anche dal test di oggi si può evincere che Jonathan può essere una valida alternativa nella faretra di Claudio Ranieri, già da subito.

Discorso diverso per Luc Castaignos, sul quale i critici (alcuni anche in maniera faziosa) hanno già espresso sentenze piuttosto discutibili. Castaignos, per chi non lo sapesse, è un classe 1992 e ha fatto il suo esordio nel calcio professionistico a febbraio del 2010. Stiamo parlando di un ragazzo giovanissimo, che ha segnato la bellezza di 15 gol al suo primo anno da professionista in un campionato non certo di secondo piano come quello olandese (un certo Ronaldo veniva proprio da lì).

Quello che però balza agli occhi di Castaignos, che di colpi ne ha fatti vedere diversi anche durante il ritiro estivo, è probabilmente la necessità di giocare con maggiore continuità. Il 19enne, lo scorso anno, era titolare inamovibile con il Feyenoord, e ha cominciato a segnare gol a raffica soprattutto nella seconda parte della stagione, quando la squadra si è risollevata, proprio grazie a Luc, da una pericolosa zona retrocessione.

Nell'Inter questa continuità è chiaramente una chimera, almeno per il momento, e infatti Castaignos è stato spesso impiegato in un ruolo non suo, quello di punta esterna.

Il talento di Schiedam si trova invece a suo agio nel ruolo di punta centrale (infatti oggi, all'ingresso di Colombi, è stato Milito a scalare indietro) e quel ruolo, nell'Inter, è occupato da autentici mostri sacri.

La società ha sempre ignorato le richieste di prestito provenienti dall'Olanda (prima lo stesso Feyenoord, poi il Psv) ma sei mesi da titolare (magari proprio nel campionato italiano) potrebbero anche non far male al giovane Luc. Perché i colpi ci sono, e l'Inter fa più che bene ad ignorare le critiche superficiali e molto affrettate di chi vorrebbe già scaricare un classe 1992 ai primi mesi in un campionato e in un paese diverso.

"In allenamento fa grandi cose. Si allena alla grande. In partita dovrebbe avere un po' di fortuna. Sembra un po' bloccato. Ma è abbastanza normale per un giovane che gioca in una grande squadra che deve sempre vincere. Ma Luc ha già dimostrato di essere un ottimo calciatore". Questo è il giudizio di Wesley Sneijder su Castaignos, fotocopia di quanto dichiarato più volte da Claudio Ranieri.

Due giudizi pesanti, di quelli che contano, due giudizi che la società fa bene a tenere in considerazione. Ma Castaignos, oltre che di un po' di fortuna, ha bisogno anche di minuti, minuti che per sei mesi potrebbe anche trovare lontano da San Siro, uno stadio dove poi potrebbe tornare da protagonista maturo. Perché non pensarci?