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Strama: “Poli? E’ il mercato. Pazzini? Ho scelto Milito! Lucas, Wes e Ranocchia…”

Il presidente Massimo Moratti lo ha scelto per guidare la sua Inter. Una squadra che deve svecchiarsi e rinnovarsi. Andrea Stramaccioni, chiamato sulla panchina nerazzurra nell’ultima parte della scorsa stagione, ci ha messo poco a far...

Eva A. Provenzano

Il presidente Massimo Moratti lo ha scelto per guidare la sua Inter. Una squadra che deve svecchiarsi e rinnovarsi. Andrea Stramaccioni, chiamato sulla panchina nerazzurra nell'ultima parte della scorsa stagione, ci ha messo poco a far ritrovare l'entusiasmo ad un ambiente che sembrava spento. Adesso, a pochi giorni dall'inizio del nuovo anno calcistico, gli interisti sono alle prese con le migliaia di voci che arrivano ogni giorno dal calciomercato e sperano che l'allenatore riesca a farsi consegnare, almeno entro il 31 agosto, una formazione all'altezza dei sogni nerazzurri. Questa sera il tecnico interista è ospite a 'E' sempre calciomercato', trasmissione di Sky curata da Bonan e Di Marzio e Fcinter1908.it vi riporta le sue parole. Il mister esordisce con una frase alla Ibra: "E' un'emozione essere qui, perché da bambino ho sempre sognato di essere intervistato da Sky". Poi si fa sul serio e si parla di mercato. 

COUTINHO - "Secondo me Philippe è uno dei giocatori di maggior talento dell'Inter, uno dei più importanti. E' un ragazzo del '92, spesso gli è stato chiesto molto, ma credo che l'esperienza spagnola gli sia servita". 

PAULINHO E POLI - "Non sono due giocatori dell'Inter. Sono due centrocampisti giovani, uno lo conosco bene e lo stimo, poi ci sono dinamiche di mercato e movimenti che non dipendono nè da me nè da lui. Se uno esclude l'altro? Dovreste chiedere aI dirigenti, secondo me non è andata in porto la trattativa, evidentemente non c'è stato l'accordo tra le due società". 

PAZZINI - "E' un attaccante di grande valore. La scelta di cederlo parte da una questione tecnico-tattica. La prima punta per me è Milito e la società fa le strategie di mercato. Il presidente ha detto il resto". 

CHE PAURA - "No, paura è una brutta parola, cerchiamo di lavorare al meglio per ripagare la fiducia di tifosi e presidente. Paura riferita al calcio è una parola che non mi piace". 

QUESTIONE DI FEELING - "Come ho fatto a conquistare i giocatori? Non credo ci sia nè un segreto nè una formula. Io sono sicuro perché sono me stesso, l'ho detto tante volte, sono me stesso. Il presidente ha scelto anche se sembrava una follia e i giocatori si sono adattati. Io cerco sempre di dire quello che penso con i miei modi. Mourinho diceva che il suo dentista non aveva mai avuto mal di denti? Non faccio questo paragoni, anche se rispetto tanto Mou. Io non ho mai giocato in Serie A, lo sognavo, ma forse la mia strada era un'altra...". 

IL GRANDE SALTO - "Facile dire che non ha fatto male con il senno di poi. Nel momento in cui la Roma mi ha lasciato ero triste, ma poi nella mia vita è arrivata un'altra squadra. Io ho visto l'Inter, la prima squadra, da un gradino sotto e questo mi ha aiutato a capire le dinamiche prima di arrivare in A". 

CONCENTRAZIONE - "Non lasciare mai niente a caso e lavorare per me è essenziale. L'intelligenza di un allenatoreè mettere bene la squadra in campo. Là dove non hai le caratteristiche ideali per un ruolo è giusto metterli in campo in maniera da farli stare a proprio agio".

MODULO - "A me piace, io sogno di poter giocare con tre giocatori offensivi. Lucas? Nessuno si chiama così nella nostra squadra. Dicevo, per giocare con tre punte serve equilibrio. L'importante è che la squadra abbia un'identità". 

I SIPARIETTI E I MEDIA - "Io, ho una mia visione delle cose. Sono un maniacale nel lavoro per quello che riguarda la squadra, però sono fatto così fuori dal campo. Lo sport è anche un sorriso, è un'emozione, una gioia e una battuta, quando è il momento. Se no diventa troppo importante. Il lavoro è lavoro, nei tempi e nei modi giusti il sorriso aiuta a lavorare meglio ed è una cosa bella. Non assoccio sorriso alla felicità e muso alla sconfitta. Dico che nel momento giusto ci può stare e non è collegato a come vanno le cose". 

LUCAS E GLI ALTRI - "Se sono fiducioso che arrivi Lucas? No! Paulinho? Non so se è un vero obiettivo. Mudingayi, si sta valutando la sua posizione e questo ha rallentato il nostro interesse iniziale. Cissokho-Maicon? Non li vedo collegati. Debuchy? Forse sta più a destra". 

SNEIJDER - "Io so che resta e non ho indicazioni diverse dalla dirigenza nè dal giocatore. Tutti cedibili? Dopo Thiago Silva e Ibra al Psg, solo Cordoba e Zanetti non sono cedibili". 

RANOCCHIA - "Su nove partite con me ne ha fatte tante anche se non sono un esperto di statistica. Vedremo, è un giocatore su cui punto e ho chiesto che rimanga all'Inter". 

ORRICO - "Lo ringrazio per le belle parole che fanno piacere". 

Strama saluta e il nostro live finisce qui. L'allenatore interista ha tenuto botta di fronte a milioni di domande sulla stagione che verrà. Sembra convinto del suo progetto, di quello che i dirigenti gli stanno costruendo attorno. Allontana Lucas e Paulinho. Accetta che si facciano scelte di mercato che forse non tutti i tifosi interisti hanno capito. Ci mette la faccia un'altra volta per parlare delle sue richieste, si prende persino la responsabilità di un possibile addio di Pazzini. E lo ribadisce ancora una volta: l'Inter viene sempre prima di tutto. Gli sono bastati pochi mesi per capirlo, adesso gli toccherà fare in modo che chi non ha fiducia in lui se lo ricordi.