"Provinciale". All'andata, dopo la partita con il Torino, così avevano definito la sua Inter e lo avevano indispettito, per usare un eufemismo. Andrea Stramaccioni sa che contro la squadra di Ventura, a San Siro, non si può sbagliare: "Reputo questa gara importantissima". E non è solo una frase banale. E' la verità. Perché la sua squadra dopo quella partita 'da provinciale' è cambiata, è cresciuta e, al di là delle tante difficoltà, è ancora lì a competere per un posto al sole e in Champions: "Non ho mai parlato di titolo - giura il mister - perché si fa un passo alla volta e il primo passo è tornare tra le prime tre, non parlavo di scudetto neanche quando eravamo molto è più vicini al primo posto".
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Strama rinuncia a Coutinho: “Un sacrificio che serva a migliorare l’Inter”. E ora…
“Provinciale”. All’andata, dopo la partita con il Torino, così avevano definito la sua Inter e lo avevano indispettito, per usare un eufemismo. Andrea Stramaccioni sa che contro la squadra di Ventura, a San Siro, non si può...
Contro il Toro potrebbe esserci Cassano, ma Strama non dà certezze: "Ha fatto tutti gli ultimi allenamenti, ma mi riservo la decisione sullo schierarlo da titolare o meno", ha spiegato. Nessuna distrazione quindi, ma il mercato impazza e se non sono tutti impazziti la cessione di Coutinho è praticamente cosa fatta, così dicono, così sarà. Cou è uno dei ragazzi sui quali l'Inter aveva deciso di investire per il proprio futuro. Arrivato in nerazzurro, anticipando i tempi, per pochi mln gli si era dato il tempo di crescere e per fare un'esperienza di continuità era stato mandato anche all'Espanyol. Tornato sembrava al centro del progetto dell'allenatore interista che però lo ha usato più spesso in Europa League e adesso, a quanto pare, rinuncia a lui. Ma lo fa solo se il suo sacrificio non sarà invano: "Qualsiasi ipotesi di cessione dolorosa è collegata all'arrivo di un giocatore importante. E per cessione dolorosa intendo quella di ragazzi con i quali ho lavorato dall'inizio e a cui sono affezionato, posso rinunciarci solo per migliorare la squadra".
Migliorarla, appunto. Solo con questa motivazione può essere spiegata la rinuncia al giovane brasiliano. Perché si è parlato di un progetto, di ringiovanimento, di rosa da rifare e allora diventa difficile capire questa scelta se non viene inserita in un contesto che ha a che fare con l'acquisto di un altro giocatore considerato fondamentale e funzionale al gioco dell'Inter. Intanto ci si ritrova confusi e ci si chiede cosa ne è stato di tutti i buoni propositi su giovani e prospettive. Ceduti i big, e Sneijder era uno degli ultimi, restavano i ragazzi dal futuro promettente ai quali aggrapparsi. Paulinho adesso è il primo obiettivo: se arriverà (mancano quattro giorni al mercato e potrebbero non bastare) forse si potrà pensare ad un sacrificio fatto perché necessario e come al solito gli interisti se ne faranno una ragione. Poi però saranno il tempo e il campo a dire se ne è valsa davvero la pena.
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