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Suning blinda Pinamonti, ma siamo al passaggio più difficile e l’Inter dovrà…

La giovane punta continua a stupire tutti per le sue qualità, adesso i nerazzurri dovranno proteggerlo

Alessandro De Felice

L'edizione odierna della Gazzetta dello Sport dedica ampio spazio ad Andrea Pinamonti, giovane punta classe '99 che l'altra sera ha stupito tutti per le qualità messe in mostra contro lo Sparta Praga.

CERTE NOTTI - Esordio europeo con 80’ di sostanza e crampi finali. Uscita tra gli applausi e inevitabile esternazione via social, con tanto di risposta del presidente Thohir, che per lui va matto. Su Instagram il ragazzo ha postato la propria foto con un «certe notti, son notti» che avrà fatto contento l’interista Ligabue. Alla tv nerazzurra ha affidato le prime parole dopo una serata da sogno: «Avevo di fronte giocatori con più esperienza di me e non ero abituato al ritmo. Ho dato tutto, sono uscito con i crampi. Ringrazio chi è venuto a vedermi dal mio paese e la famiglia, compresa mia sorella che vive in Australia». I genitori si chiamano Massimo e Monica, la sorella (che lo ha seguito in streaming da Sydney) Federica. Orgogliosi di questo ragazzo - scoperto dal responsabile dell’attività di base Giuliano Rusca - che studia Ragioneria, vive a Interello, dove divide la camera con l’amico Federico, ama cinema, Playstation, ping pong e buona cucina.

IL PASSAGGIO PIU' DIFFICILE - Una notte indimenticabile, prima di tornare in Primavera. Dove Andrea - che come tutti i predestinati gioca sin da bambino con e contro quelli più grandi di lui - ha già segnato 12 gol in 10 gare. Insomma, il futuro può essere roseo come le guance del ragazzo, degne di una mela del suo Trentino. Però l’Inter per prima sa che il passaggio più difficile è l’ultimo, quello con cui diventi un titolare solido. I titoli strappati da Pinamonti in fondo sono simili a quelli già visti per Balotelli e Destro. Anche loro bomber del vivaio, poi finiti altrove e tutt’ora alla ricerca di se stessi. A frenarli, un carattere particolare e un ego innaffiato (anche) con troppi complimenti. Pinamonti, giura chi lo conosce, invece è umile umile.

SUNING LO BLINDA - Ma anche a lui bisogna cucire addosso l’abito su misura. Come assecondarne la crescita, senza che faccia la fine dei più recenti Bonazzoli, Puscas e Manaj, finiti in prestito per giocare con continuità ma ai margini pure con Brescia, Benevento e Pescara? La dirigenza interista vorrebbe lasciarlo lavorare in Primavera almeno sino al 2018, ma con sedute insieme ai big non appena se ne presenta l’occasione. Questo succedeva con Mancini che, pure per motivi contingenti, si portò Andrea sia in ritiro a Riscone sia in tourné negli Usa. Dove il ragazzo si è guadagnato la stima e i consigli di tutti. A cominciare da Palacio. In una rosa troppo ampia e con l’attacco affollato come la metro all’ora di punta (vero, Gabigol?), il ragazzo però la Pinetina negli ultimi mesi l’ha vista poco. Le cose andranno a posto dal prossimo anno, quando Andrea con i grandi potrebbe trovare spazio anche in partita. Prima però ci sarà da firmare, dopo che a maggio avrà compiuto 18 anni, il primo vero contratto - l’attuale scade nel 2018 - con cui l’Inter made in Suning intende blindarlo. Anche perché su questo minorenne che fa gol a nastro ma gioca pure per la squadra stanno mettendo gli occhi i top club europei.

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