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EDITORIALE – Suning può dare ai tifosi l’acquisto più importante. Mauro, hai fatto Milito senza esserlo

Editoriale di Daniele Mari, direttore di Fcinter1908.it

Daniele Mari

"Sorry, we're not selling. Sorry, sorry". La frase con cui Erick Thohir ha spento il "sogno" del Napoli (parole di Aurelio De Laurentiis) è già un tormentone sul web. Un modo elegante, quello dell'indonesiano, di stoppare sul nascere una trattativa che di elegante ha avuto ben poco. Vertici organizzati ad arte davanti alle telecamere, tweet 'urlati' e poi cancellati, geolocalizzazioni bizzarre e chi più ne ha più ne metta. Il tentativo di portare Icardi all'ombra del Vesuvio è stato fatto in modo piuttosto discutibile ma la dirigenza dell'Inter ha risposto in maniera compatta. Si contano almeno tre "incedibile" da parte di Ausilio, due di Zanetti, un "intoccabile" dello stesso Ausilio e altri due "incedibile" di Erick Thohir. Pensare che l'Inter possa esporsi così tanto per poi cedere è esercizio complicato (resto prudente perché nel calcio abbiamo ormai visto veramente di tutto) e questo è un segnale fortissimo della nuova proprietà al mondo, nerazzurro e non.

Si stanno rifiutando tantissimi soldi, soldi che in un colpo solo sistemerebbero per sempre il bilancio dell'Inter: oltre 50 milioni di sola plusvalenza, qualora l'offerta del Napoli si spingesse davvero a quota 60 milioni. Sorry, we're not selling. Al di là delle opinioni personali sul valore di Icardi, la nuova proprietà sta facendo un primo, fondamentale regalo ai tifosi nerazzurri: LA CREDIBILITA'. La credibilità del progetto (se rifiuti 60 milioni cash evidentemente di soldi ne hai e anche tanti), la credibilità delle dichiarazioni (se dico che Icardi non si cede, non si cede punto e basta). In questo momento in cui gli investimenti sono frenati dalla morsa del fair play finanziario (un altro anno di passione, poi l'impressione è che ci si divertirà e non poco), la credibilità a lungo termine è l'acquisto più importante che un tifoso possa chiedere. Se l'Inter terrà il punto su Icardi fino al 31 agosto, un primo segnale tangibile sarà stato inviato fuori da ogni ragionevole dubbio.

Un capitolo a parte, nel teatrino degli ultimi giorni, lo merita Mauro Icardi, sempre corretto nelle dichiarazioni ufficiali e nelle interviste cartaceee (l'ultima di pochi giorni fa), molto meno negli atteggiamenti dietro le quinte. Che Icardi possa volere, alla luce delle offerte, un aumento di ingaggio può anche essere condivisibile ma il modo è sostanza. "Un capitano non si comporta così", ha tuonato Gianfelice Facchetti. Difficile dargli torto. Un capitano ha responsabilità diverse dal resto del gruppo, altrimenti la fascia diventa un normale pezzo di stoffa, un ornamento vuoto senza alcun significato. Mauro, avevi fatto intendere di considerarla qualcosa di diverso. Certi discorsi si fanno, anche a brutto muso, dietro le telecamere. Hai assecondato la voglia di ribalta del tuo agente e hai tradito la fiducia di chi si è schierato con te, senza neanche essere coinvolto nel dibattito, contro tutti, da Martino a Maradona, da certe penne bacchettone a una stampa argentina un po' troppo gossippara. E tu che fai? Partecipi, seppur silente, al nuovo film di De Laurentiis "Un'estate a Milano", tra viaggi in elicottero e promesse di carriera alla signora Nara. Hai fatto il Milito, caro Mauro. Ma non nel senso che hai regalato ai tuoi tifosi quattro gol nelle tre finali che hanno consegnato l'Inter all'Olimpo, guadagnandoti il diritto di chiedere qualsiasi cosa. Hai fatto il Milito nel senso peggiore del termine. Stessa richiesta (aumento di ingaggio), stesse modalità sbagliate. Ma tu non sei Milito, Mauro. E forse non lo sarai mai. Il tifoso sa perdonare (basteranno i consueti gol a raffica) ma difficilmente dimentica.

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