L'Inter sta giocando malissimo, è senza il suo attaccante "Principe", non ha uno schema fisso e nelle ultime partite ha difettato, e molto, anche sul piano del carattere. Con queste premesse, guardare la classifica dovrebbe essere esercizio per temerari.
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Una Serie A così scarsa che si può sperare. Le Coppe? Un El Dorado
L’Inter sta giocando malissimo, è senza il suo attaccante “Principe”, non ha uno schema fisso e nelle ultime partite ha difettato, e molto, anche sul piano del carattere. Con queste premesse, guardare la classifica dovrebbe...
E invece l'unico sorriso che si può strappare al tifoso interista in questo momento arriva proprio dalla lettura della classifica: questa "armata Brancaleone", come è stata dipinta l'Inter da tutti i quotidiani, è ad un solo punto dalla zona Champions League. Questo significa che i nerazzurri non hanno fatto poi così male? No, molto più prosaicamente certifica la tristezza di un campionato, quello italiano, dai valori tecnici ultra-modesti, in cui l'ultima in classifica può serenamente prendere a pallate Inter e Lazio, dominandole sul piano del gioco.
Nessuna delle cosiddette big ha una rosa che consenta di affrontare tranquillamente il doppio impegno settimanale. Il divario che c'è tra l'undici titolare di Juventus, Inter, Milan, Napoli e Lazio e le riserve è disarmante, emblematico di una Serie A ormai periferia d'Europa.
Ma questi sono (o meglio sarebbero) problemi di chi il sistema calcio lo governa e non fa nulla per colmare il divario con gli altri paesi (l'iter parlamentare della legge sugli stadi è una vergogna senza limiti). Limitandoci a guardare in casa nostra, la pochezza della Serie A consente all'Inter quantomeno di sperare. Sia chiaro: la squadra vista a Firenze perderebbe di goleada probabilmente anche a Sassuolo ma è pur vero che al Franchi una sconfitta ci sta (non così sia chiaro) e, nello stesso turno, non è che le avversarie dirette abbiano impressionato.
Il Milan sta trovando più risultati che gioco e la Lazio è naufragata in Toscana tanto quanto i nerazzurri. Più che le qualità dell'Inter, a far sperare è la pochezza complessiva del torneo, che fa sì che si possano perdere punti ovunque.
E le coppe? Toglieranno anche energie ma rappresentano una straordinaria spinta mentale. In un momento in cui l'Inter è oggettivamente non in grado di competere per lo scudetto, le coppe possono rappresentare un El Dorado da ricercare con feroce determinazione. Come dimostra chiaramente l'Atletico Madrid. Per dare vita ad un progetto vincente, non è detto che si debba partire dalle vittorie più "pesanti". A fine stagione, Mourinho docet, contano soltanto i "tituli". E l'Inter, in una partita secca, può ancora dire la sua.
La Coppa Italia è obiettivo concreto e possibile, l'Europa League è competizione massacrante ma che contempla tantissime squadre che sono nella stessa identica condizione dell'Inter. Provare ad arrivare in fondo è obbligatorio, non solo per il blasone della società. Ma anche per dare nuova spinta ad un progetto che si sta lentamente ma inesorabilmente appannando.
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