"Non cercavo un lavoro, cercavo un sogno: non credo ci sia una sfida più grande di questa" (29 dicembre 2010) "Ora sono un allenatore, non più un dirigente." (8 aprile 2011) "Ora so che sono un allenatore." (30 aprile 2011) Queste le parole di Leo, in una inesorabile progressione verso il regno delle certezze. Quelle apparentemente convincenti. La domanda è una sola. Chi dovevano convincere? I tifosi? Il presidente? O forse solamente se stesso? Oggi 24 giugno Leo non è più l'allenatore dell'Inter, ma il direttore sportivo del Psg. Non pensavamo, sinceramente, di dover cercare un allenatore per la prossima stagione. Per il mercato eravamo concentrati sui ruoli chiave, quelli in campo. Non certo sulla panchina. E questo, a onor del vero, non per una effettiva e totale convinzione nella scelta di Moratti di confermare il brasiliano come tecnico. Il derby prima, lo Schalke poi avevano evidenziato alcuni aspetti sui quali c'era indubbiamente bisogno di lavorare. Conseguenze di una più che scontata inesperienza. Alla quale eravamo disposti a concedere una seconda chance. Dall'inizio.
editoriale
Adieu
“Non cercavo un lavoro, cercavo un sogno: non credo ci sia una sfida più grande di questa” (29 dicembre 2010) “Ora sono un allenatore, non più un dirigente.” (8 aprile 2011) “Ora so che sono un allenatore.”...
Ora Milano diventa davvero una piazza difficile. Impossibile passeggiare senza passare inosservati. Sbocchi professionali non ce ne sono più. Esauriti sulle sponde di un naviglio improvvisamente ostile. Nemmeno il romanticismo è bastato da solo a nutrire un sogno, sulla carta, onesto. Non sappiamo quali siano le vere motivazioni di un'inversione di rotta così repentina. Così poco romantica. Per nulla in linea con le parole di Coelho, uno dei suoi scrittori preferiti. Avranno pesato gli insulti rossoneri? L'odore di un consenso che si stava affievolendo? La dura consapevolezza che qui all'Inter si combatte ogni giorno? In campo, a parole, sempre? Aspettiamo che a spiegarcelo sia lui, quando e se lo vorrà. Al momento abbiamo altro di cui occuparci. Devi scusarci, Leo, ma stiamo cercando il tuo sostituto. Merci e Bon voyage! Quando avrai preso le tue cose chiudi pure la porta. Da qualche parte, lì fuori, ti aspetta un altro sogno. Il nostro, a guardarlo bene, non gli assomiglia per niente.
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