editoriale

Anno zero

Nulla potrà cancellare quanto successo oggi. E per nulla intendo davvero nulla. Non un pacco con raccomandata assicurata pieno di scuse, non la certezza di non dover restituire quanto assegnatoci anni fa, non una dichiarazione pubblica intonata...

Sabine Bertagna

Nulla potrà cancellare quanto successo oggi. E per nulla intendo davvero nulla. Non un pacco con raccomandata assicurata pieno di scuse, non la certezza di non dover restituire quanto assegnatoci anni fa, non una dichiarazione pubblica intonata sul ci siamo sbagliati, è stato un errore. Ci dispiace. L'amaro in bocca è lì e non accenna ad andarsene. Quella sensazione di sbagliato difficilmente sparirà. Perché con oggi abbiamo raggiunto un punto di discussione che non ha più senso. Alla fine hanno deciso che avevano ragione i carnefici. E che il loro sentimento di rivalsa andasse alimentato con un degno sacrificio. Hanno aspettato un po' a farlo. Giusto il tempo necessario a cancellare dalle menti ogni ricordo compromettente. E infine hanno voluto esagerare, come spesso accade a chi è ingordo. Hanno pensato che incolpare chi non avrebbe potuto controbattere alle accuse fosse una buona idea. Oltrepassando ogni limite di decenza e confluendo in quel limbo dove anche le cose più assurde acquistano una luce normale, hanno scelto proprio lui, Giacinto Facchetti. L'hanno scelto con la stessa noncuranza con cui altri truccavano le partite. Semplicemente sapendo di poterlo fare. Lui non era più il presidente umiliato da un sistema che stava annientando la sua squadra, annullando i basilari principi della lealtà sportiva. Lui era improvvisamente uno di loro. A volte il mondo fa davvero ribrezzo. Oggi è uno di quei giorni.

Non è più una questione di scudetti. In fondo, per noi, non lo è mai stata. Come potrebbe esserlo dopo anni e anni di furti legalizzati salutati senza il minimo accenno di vergogna? La questione è decisamente un'altra. Arrivati a questo punto non si torna più indietro. Ai giornali chiediamo una sola cortesia. Di schierarsi una volta per tutte. Giacinto è un modello di onestà e valori o colui che ha avuto una condotta meno grave ma omogenea a quella dei protagonisti di Calciopoli? Scrivetelo a caratteri cubitali sulle vostre prime pagine. Abbiate il coraggio di sostenere quello che la vostra ipocrisia vi suggerisce. Questa storia, così come la stavate leggendo, non vi è mai piaciuta. E allora cambiatele il finale. Non importa. Non più. Le battaglie non ci spaventano e noi non ci risparmieremo. Statene certi. Lui è stato tutto quello che un uomo dovrebbe essere. Voi, invece, in maniera più grave e assolutamente non omogenea, esattamente il contrario.