Nel 2014 ci porteremo senz'altro il tacco del Trenza. Un gesto atletico stilisticamente ineccepibile che ha avuto anche del pragmatico. Derby vinto, 3 punti che fanno classifica e conferma della distanza con i cugini rossoneri in campionato. Poi si sa, loro sono parecchio bravi a consolarsi. E quindi dopo aver perso la stracittadina hanno subito ribadito la loro immensa felicità per essere l'unica squadra italiana ancora in Champions. Auguri per una lunga permanenza!
editoriale
BUON INDONESIANNO!
Nel 2014 ci porteremo senz’altro il tacco del Trenza. Un gesto atletico stilisticamente ineccepibile che ha avuto anche del pragmatico. Derby vinto, 3 punti che fanno classifica e conferma della distanza con i cugini rossoneri in...
Nel 2014 ci porteremo senz'altro la consapevolezza che il calcio non è una scienza esatta. E che può capitare di prendere un abbaglio. Quando succede basta essere onesti ed ammetterlo. Ricky Alvarez e Jonathan ne sono due esempi lampanti. Due giocatori rinati sotto lo sguardo attento di Mazzarri. Con lui Ricky ha potuto sfoggiare le sue potenzialità tecniche raffinate abbinandole finalmente ad una giusta condizione fisica e Jonathan ha fatto del rigore la sua nuova disciplina. Non avrà le doti di un Maicon, ma si applica con un'attenzione tale che incertezze e sbavature sono sparite e Jonathan ha raggiunto un confortante grado di solidità. Ora più che mai due giocatori affidabili.
Nel 2014 ci porteremo senz'altro un po' di amaro in bocca per come sono finite le cose nella scorsa stagione. Per quelle promesse che sembravano consolidare Andrea Stramaccioni sulla panchina nerazzurra, ma che alla fine sono volate via come spesso in passato era già accaduto. Non che Stramaccioni non abbia sbagliato. La sua colpa più grande è stata forse quella di non essere riuscito a leggere in tempo che cosa stava succedendo sotto i suoi occhi. Una volta perso il controllo della situazione tutto si è rivelato più difficile. Un nono posto e nient'altro in mano. Nemmeno la soddisfazione di aver lanciato i giovani di quella Primavera così vincente e che lui, in fondo, conosceva così bene. Ci eravamo innamorati dell'idea che all'Inter si potesse ricominciare da uno come lui. Forse l'uomo potenzialmente giusto, travolto dalla spirale nerazzurra nel momento sbagliato.
Nel 2014 ci porteremo senz'altro il momento storico più importante della storia nerazzurra moderna. Il passo indietro di Moratti, quello in avanti del nuovo presidente Erick Thohir. Come innamorati che si sono appena conosciuti c'è da gettare le basi per una relazione solida, trovare le intese giuste, illuminarle con le idee e con la passione. Costruire un percorso per una nuova Inter. Più pratica, meno irrazionale. Almeno nella gestione. Sono questi i buoni propositi del nuovo presidente indonesiano che dovrà venire a capo dei conti, gestire con meno romanticismo l'azienda nerazzurra e fare in modo che questa possa di nuovo essere competitiva negli scenari che le competono. Tifosi, giornalisti e critici lo aspettano al varco già in questa finestra di calciomercato invernale. Tutti sono curiosi di sapere se venderà senza comprare. Tutti sono curiosi di capire quali investimenti potranno rivoluzionare questa Inter. Che di rivoluzioni ha ancora bisogno.
Nel 2014, infine, ci porteremo una speranza da coltivare e nella quale anche Thohir crede fermamente. Il settore giovanile nerazzurro è un'eccellenza ed un esempio. Anche nell'anno che ci stiamo buttando alle spalle le soddisfazioni sono state enormi. L'intera difesa U21 era targata Inter. In nazionale, in tutte le categorie giovanili, i nerazzurri rappresentano punti di riferimento importanti. Spesso sono ragazzini che hanno iniziato a vestire la maglia nerazzurra con i Pulcini, come è successo per Bonazzoli che Mazzarri ha fatto esordire in Coppa Italia. Gli Allievi di Corti hanno chiuso il girone d'andata con sole vittorie (record mai portato a termine finora da nessuna squadra). La ricerca di talenti che porta in giro Casiraghi, le attività di base dirette da Rusca, uno staff di allenatori che lavora per distinguere l'Inter insegnando calcio e valori fanno sì che il settore, diretto magistralmente da Roberto Samaden, produca risultati che parlano da soli.
Non viene dal vivaio nerazzurro, ma è giovane. Mateo Kovacic, acquistato un anno fa proprio a gennaio, fa parte del capitolo speranze. Ha una classe che fa paura, gli avversari per fermarlo sono regolarmente costretti al fallo. Nel 2014 ci porteremo anche lui. L'idea che i giovani promettenti vadano tenuti a tutti i costi. Siamo così bravi a scoprirli e un po' superficiali, talvolta, nella loro gestione quando si parla di prima squadra (la massima serie rimane indubbiamente un banco di prova delicatissimo). L'anno nuovo servirà anche a questo. La nuova Inter dovrà fare meno errori. Siamo purtroppo ancora nella fase in cui li paghiamo tutti. Tornerà anche il nostro momento. Con pazienza si potrà costruire qualcosa di importante. Basta crederci. E noi nerazzurri non siamo tipi che molliamo facilmente. Ce lo insegna il tacco di Palacio che dopo l'80° decide le sorti della Partita per eccellenza. Ce lo insegna il nostro passato. Un po' folle ed eccessivo. Nel bene e nel male. Buon Anno a tutti. O meglio, buon Indonesianno!
Twitter @SBertagna
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