Siamo ancora primi e unici. I primi e gli unici ad aver fatto una tripletta in Italia. Non è più successo dopo quel 22 maggio. Quel giorno che resterà per sempre il giorno di tutti gli interisti. Quella sera del 2010 il numero 22, con una doppietta, materializzò l’impossibile, quello per cui avevamo aspettato l’intera vita (chi più, chi meno). Siamo saliti sul podio per la terza volta e quella sera ce ne siamo andati a spasso per le strade di Milano, per le strade di tutta Italia. Ci guardavamo attorno meravigliati, un fiume di gente, non era una cosa normale, non era una festa come le altre. C’era chi piangeva nonostante l’età e cose già viste: “Signorina, mi creda, io c'ero nel '64 e nel '65, ma credevo che non avrei mai più visto un giorno così bello”. E invece si, è arrivato.
editoriale
BUON NATALE!
Siamo ancora primi e unici. I primi e gli unici ad aver fatto una tripletta in Italia. Non è più successo dopo quel 22 maggio. Quel giorno che resterà per sempre il giorno di tutti gli interisti. Quella sera del 2010 il numero 22, con una...
E sono passati solo due anni: sono ancora freschi i ricordi. Diventeranno una favola da raccontare a chi verrà dopo, perché devono saperlo: capita a tutti di vincere, non a tutti capita di vincere come ha vinto l’Inter. Chi si è affannato per dire che non esisteva, il triplete lo insegue invano da quando proprio l'Inter è riuscita a farlo vivere. Gli interisti, quelli che non vincevano mai, il Triplete lo hanno fatto e tutte le volte che ci pensano non cambierebbero un solo giorno della loro storia con quella degli altri: aspettare tanto, dio se ne è valsa la pena. Non avevamo neanche immaginato di sognarla una serata così bella.
Tremavamo al pensiero di scivolare all’ultimo centimetro, ma ci siamo fidati degli uomini di Madrid, del loro condottiero speciale, ci siamo fidati dell’unica certezza che abbiamo nella nostra vita: essere tifosi della Beneamata è quello che vogliamo sempre, al di là di ogni vittoria, al di là di ogni sconfitta perché per noi quello che conta è solo Lei.
Ci svegliamo la mattina e sentiamo di appartenere a qualcosa di diverso, che ti toglie il fiato, che non cambieresti mai e poi mai, qualcosa di tuo pure nei giorni di tempesta, perché nelle burrasche ti ricordi che se hai fatto l’impossibile una volta allora niente può essere difficile. E’ la certezza di chi è speciale, di chi è nato con in dono un cuore nerazzurro in mezzo alle famiglie e agli amici di altri colori, a quelli che da ragazzino ti dicevano ‘cambia squadra perché se no, non vinci’.
Siamo riusciti a guardarle negli occhi quelle stesse persone, fieri di esserci conservati i battiti giusti, quelli neri e quelli azzurri. La scorsa stagione ci aveva comunque regalato una Coppa. Quello appena passato invece è stato un anno complicato, cominciato male, finito male. Ma oggi è 22 maggio, è il giorno della speranza: è sempre un buon giorno per ricominciare, per credere, per aspettare un domani migliore. In fondo è un po’ il nostro Natale. Auguri interisti!
Twitter @EvaAProvenzano
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