editoriale

CHI VIENE E CHI VA

Molto dipenderà dalle sbavature. Da quelle imperfezioni che ancora potrebbero esserci in quella che Mazzarri, alla vigilia della prima di campionato, descrive come un’Inter non al 100%. Le motivazioni rientrano in una normalissima routine....

Sabine Bertagna

Molto dipenderà dalle sbavature. Da quelle imperfezioni che ancora potrebbero esserci in quella che Mazzarri, alla vigilia della prima di campionato, descrive come un'Inter non al 100%. Le motivazioni rientrano in una normalissima routine. Alcuni giocatori sono arrivati da poco, la rosa si è ringiovanita e per il ciclo che si vuole cercare di costruire ci vorrà sostanzialmente una sola cosa. Pazienza. 

Non vuole confronti, Mazzarri, con le passate stagioni. Anche se il paragone con lo scorso campionato sarà fisiologico e automatico e tutti si chiederanno se l'Inter riuscirà ad agguantare qualcosa di meglio del nono posto. Il confronto sarà soprattutto sugli errori. Quelli che quest'anno non si dovranno più commettere. Non con quell'intensità.

Nella vigilia di Inter-Genoa c'è spazio per il ritorno di un grande protagonista. Diego Milito scende di nuovo in campo e lo fa con la Primavera. Scalda i motori e torna ad annusare l'odore dell'erba. Una droga per giocatori come lui. Il ritorno è di quelli che fanno bene al morale di tutti. A lui, ai tifosi, all'Inter. Una carica ulteriore per la stagione ai nastri di partenza. Un moderato ottimismo che ci sorprende intenti a sorridere.

Sorrisi e lacrime. Per un giocatore che torna, un altro giocatore invece lascia. Deki Stankovic saluterà proprio a San Siro, prima della partita contro il Genoa, il suo popolo. Tratteniamo le parole e ci concentriamo sulle emozioni. Quelle forti che domani non risparmieranno nessuno. Salutarsi dopo una storia d'amore così bella e intensa equivale a scrivere un finale bellissimo. Doveroso e struggente. Farà male, ma è inevitabile. Sarà indimenticabile anche per questo.

Twitter @SBertagna