Quel pomeriggio di una stagione da cani. Parafrasando Sidney Lumet potremmo riassumere così la giornata sportiva di ieri e il momento nerazzurro attuale, dove qualsiasi sentiero intrapreso conduce a un rovinoso dirupo. Il prossimo camminamento si chiama Roma, in palio la finale di Coppa Italia.Solo pochi anni fa l’Inter in finale di Coppa Italia ci arrivava in carrozza trainata da purosangue e senza troppi patemi, scegliendo di schierare le riserve. Ora ci arriva con ciabatte sdrucite e riserve nemmeno schierabili perché tutte missing in action.A oggi infatti diventa quasi un impervio esercizio enigmistico tentare di assemblare 11 bipedi che possano sfidare i giallorossi per cercare di segnare un gol (senza subirne peraltro, altro azzardo monumentale quando di fronte hai gente come Totti) e conquistare la finale di Coppa Italia. Tra infortuni e squalifiche, mister Stramaccioni dovrà raschiare il fondo della pentola per allestire un’Inter che possa aspirare a essere competitiva e agguerrita in questo finale di stagione.La partita di mercoledì rappresenta l’ultimo appuntamento con un certo peso specifico, in un annus horribilis sotto tutti i punti di vista per tutti coloro che amano l’Inter, a partire da chi questi colori li ha dentro da sempre, ossia il tifoso nerazzurro.La partita si giocherà a San Siro, quest’anno terra di conquista da parte di squadre che, in tempi normali, pascolano l’erba milanese solo per protocollare la consegna all’Inter della taille dei 3 punti. Ma nell’ultimo biennio le cose sono ahinoi andate diversamente. Mediocri compagini sono scese sul sacro manto semi-erboso milanese sfidando a viso aperto e sconfiggendo la “fu corazzata” nerazzurra, ivi trovando una sorta di Santa Claus stanziale, con tanto di omaggi a profusione: alcune volte forniti brevi manu dall’Inter medesima, altre gentilmente concessi da spensierati e vieppiù creativi direttori di gara.In questa congerie di desolazione calcistica c’è però una certezza.La certezza che l’Inter può e potrà fare sempre affidamento su un fuoriclasse vero, un giocatore scevro da infortuni e acciacchi che spesso è risultato decisivo per condurre la squadra verso le più alte vette sportive: i tifosi nerazzurri. Notti insonni in viaggio, preziosi risparmi sacrificati per sostenere l’Inter, chilometri su chilometri macinati per seguire in ogni dove l’irrazionale amore di una vita. Repentine escursioni dal paradiso agli inferi e viceversa, sofferenze continue, evidenze da sopportare, amari bocconi da ingoiare. Questo, in poche e non sufficientemente adeguate parole, è il popolo interista: il cuore della società, il vero organo centrale, dal quale tutto parte e finisce.Mercoledì sera sarà indispensabile avvalersi dell'eroico afflato della moltitudine nerazzurra sulle gradinate del Meazza, nel momento più critico della stagione interista, per garantire ancora una volta quell'imprescindibile e decisivo apporto alla squadra. Solo da loro può partire l’impulso decisivo per una possibile qualificazione. Se mancasse ciò, il tutto diventerebbe un’impresa sisifica senza senso. Un corpo senza il cuore d'altronde non può esistere.Tutti a San Siro. Con la speranza di dare un senso a questa disgraziata annata.
editoriale
Coppa Italia, l’Inter si affida all’ultimo, vero fuoriclasse per centrare la finale!
Quel pomeriggio di una stagione da cani. Parafrasando Sidney Lumet potremmo riassumere così la giornata sportiva di ieri e il momento nerazzurro attuale, dove qualsiasi sentiero intrapreso conduce a un rovinoso dirupo. Il prossimo camminamento si...
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