editoriale

Della leggerezza di Marcelo Brozovic (o del calcio ai tempi dei social)

Della leggerezza di Marcelo Brozovic (o del calcio ai tempi dei social) - immagine 1
Il centrocampista croato ha fatto discutere in campo e sui social

Sabine Bertagna

Non è certo da un like su Instagram che si giudica un giocatore. Ci mancherebbe. Ma i tempi moderni sono difficili e complicati anche per il calcio e non tenerne in considerazione può portare a creare, purtroppo, situazioni ambigue. La sconfitta dell'Inter contro la Sampdoria ha inevitabilmente inacidito gli animi e la delusione, che si era nascosta momentaneamente sotto la superficie, è riemersa nella sua totale inadeguatezza. C'è delusione per gli obiettivi, da rimandare ancora ad un futuro (si spera) il più ravvicinato possibile. In aggiunta c'è delusione per l'atteggiamento visto in campo, francamente poco giustificabile. Improvvisamente quasi rassegnato. Una serata da fine campionato e liberi tutti. E, in qualche modo, è stato esattamente così.

Su Marcelo Brozovic si sono inevitabilmente concentrate le attenzioni di molti, proprio dopo il brutto film di Inter-Sampdoria. Una serataccia, per lui e compagni, con strascichi sulla rassegna stampa del giorno seguente che, impietosa, ha definito il centrocampista il peggiore in campo. I social, che sono diventati pessimi amplificatori di ogni sfogo, hanno giocato, come spesso accade, alla caccia al colpevole (poter dare le colpe a qualcuno in particolare sembra dia grande conforto ai tifosi). Resta il fatto che si vince e si perde in 11, ma tra questi 11, talvolta, qualcuno fa cose eccezionali. Nel bene o nel male. Purtroppo.

L'inspiegabile leggerezza con la quale Marcelo Brozovic causa il rigore in favore della Sampdoria è diventata, quindi, la fotografia simbolo della sconfitta di lunedì. Ed è la stessa leggerezza che il centrocampista, che si è sbracciato in campo senza una logica, adopera sui social la sera seguente, quando, improvvisamente, decide di seguire il profilo del Manchester United (e dopo il clamore intorno a questo 'evento' inizierà a seguire anche il profilo del Manchester City e quello del Chelsea). Niente di particolarmente indicativo (un like, fino a prova contraria, non equivale automaticamente ad un trasferimento sul mercato), ma di certo un gesto bizzarro. Perché in qualsiasi altro momento non avrebbe probabilmente suscitato più di un'alzata di spalle come risposta, ma dopo una prestazione poco brillante e dopo le voci di mercato che lo accostavano alla Premier League l'intera vicenda fa notizia. E per notizia intendiamo una annotazione da annoverare tra le curiosità. Né più, né meno.

Quelli che pensano che "si stava meglio quando si stava peggio" dimenticano che una volta non c'erano i social, ma non c'erano nemmeno gli uffici stampa di oggi e ciò che oggi siamo costretti ad interpretare scorrendo i like e i follow, una volta veniva semplicemente spifferato in una chiacchierata all'amico giornalista di turno. Per le società di calcio i social sono spesso una patata bollente da manovrare, è indubbio. Ma gestire la leggerezza dei Brozovic di turno non è certo compito dei giornalisti. Ci si aspetta, dopo una sconfitta, una ragionevole riflessione su ciò che è andato storto, per cercare, nei limiti del possibile, di raddrizzarlo. I tifosi si aspettano qualcosa di più dopo una sconfitta che ha, con molte probabilità, sancito l'ennesima stagione avviata verso la mediocrità. Qualcosa di più di una sbracciata in mezzo al campo. Qualcosa di più di un pensiero, più o meno consistente, ad un'altra squadra. Meno leggerezza e più voglia di fare gli interessi dell'Inter. Non una richiesta improponibile, se ci pensate bene.

Twitter @SBertagna

 

 

 

 

 

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