editoriale

Difesa solida contro un attacco povero. Muntari per Forlan? Non è nel dna Inter…

Quarta partita di Gasperini e ancora si aspetta dall’Inter quel sussulto, quella scintilla che permetta almeno ai tifosi di prevedere un futuro roseo per i nerazzurri. Assurdo che l’Inter abbia un blocco psicologico del genere, ma in...

Alessandro De Felice

Quarta partita di Gasperini e ancora si aspetta dall'Inter quel sussulto, quella scintilla che permetta almeno ai tifosi di prevedere un futuro roseo per i nerazzurri. Assurdo che l'Inter abbia un blocco psicologico del genere, ma in tempi di vacche magre anche uno 0 a 0 è da prendere ed apprezzare.COSA VA - La difesa sembra aver trovato una certa solidità. A 3 o a 4 nelle ultime due partite ha concesso poco e nulla ai suoi avversari. Dimostrazione che il problema principale era il centrocampo. Una mediana cosi folta ti permette di soffrire di meno in difesa e gli interpreti fanno una buona copertura, ma vedere Sneijder che viene a prendere il pallone nella proprio tre quarti fa piangere il cuore. L'olandese è l'uomo in più dell'Inter in questo momento e non può essere sacrificato in una posizione non sua, che oltretutto gli fa perdere di lucidità quando si tratta di spingere l'attacco nerazzurro verso la porta avversaria.Zarate ancora una volta mostra di avere nei suoi occhi la scintilla e di impegnarsi al massimo pur di tentare la via del gol.COSA NON VA - Sneijder è un trequartista di assoluto livello e lo dimostra nel momento in cui viene spostato di venti metri più avanti per supportare l'unica punta Zarate. Forlan non è ancora ai suoi massimi livelli di forma e lo si vede dagli stop e dai movimenti offensivi, appare ancora imballato. Colpa della Copa America forse? Inconcepibile il cambio di Forlan in favore di Muntari, vero che l'Inter continua a creare occasioni da gol, ma la mossa per l'avversario, anche a livello psicologico, ha un solo significato: "Pensiamo prima di tutto a non prendere gol e poi magari, se ne abbiamo la possibilità, lo facciamo". Gasperini deve capire che l'Inter nel proprio dna ha la pazzia, e qualcuno venuto dal Portogallo, quando la porta avversaria sembrava stregata, non lesinava uomini in avanti e non si preoccupava di sbilanciare la squadra: Kiev insegna. Gli unici pericoli veri che corre la Roma sono 3: il colpo di testa di Milito, il tiro di Nagatomo e quello di Sneijder salvato sulla linea. Troppo poco per una squadra che ambisce a stare ancora per molto ai massimi livelli del calcio italiano e non solo.Manca ancora qualcosa, ma si spera nella veridicità delle parole di Gasperini: "Il rodaggio è finito". Se da Novara però non si torna con i 3 punti, ad essere finito potrebbe non essere il rodaggio ma l'avventura dell'ex Genoa sulla panchina milanese.