editoriale

Il tesoro in casa

Una Next Generation Cup e – ciliegina sulla torta –  il titolo di Campioni d’Italia. Questo l’invidiabile bottino dei ragazzi terribili di Stramaccioni (prima) e Bernazzani (poi). Un perfetto connubio di sfrontatezza, genuinità,...

Giovanni Montopoli

Una Next Generation Cup e - ciliegina sulla torta -  il titolo di Campioni d’Italia. Questo l’invidiabile bottino dei ragazzi terribili di Stramaccioni (prima) e Bernazzani (poi). Un perfetto connubio di sfrontatezza, genuinità, classe e voglia di vincere. Quella, la voglia di vincere e di affermarsi, non è mai mancata ai giovani nerazzurri, mai, nemmeno dopo quel cappotto subito contro il Tottenham che non pochi nasi aveva fatto storcere. Loro invece, Capitan Romanò e comagni, si sono tirati su le maniche e sono arrivati fino in fondo, lo hanno fatto in ogni competizione raggiungendo l’eccellenza. E ora probabilmente saranno tutti bravi a sminuire anche questa competizione, una coppa dei Campioni per i così detti giovani e un torneo primavera che ha visto protagonista una sola squadra appunto: quella capace di alzare al cielo le due coppe; in perfetto stile Inter. Campioni di domani, calciatori fatti e finiti, che hanno il solo neo di non aver (ancora) militato in prima squadra; Di Gennaro, Bessa, Romanò, Livaja, Mbaye, Alborno, Duncan e Longo (senza nulla togliere a chi non è stato nominato). Tutti fondamentali, tutti protagonisti di una stagione meravigliosa, da incorniciare li, sul muro dei campioni come esempio. Esempio di tenacia, esempio di programmazione, esempio di metodo, esempio valutazione, esempio di lavoro. Il lavoro, quello, non è mai mancato; e se oggi continuiamo a parlare della cantera blaugrana magari potremmo risparmiarci qualche parola di troppo e spenderla nei confronti di chi – in questa stagione – è riuscito nell’impresa di sollevare qualunque cosa avesse un valore sportivo al cielo. Tutti in piedi per la Primavera Nerazzurra, il futuro è sbarcato a Milano, è l’ha fatto con l’irruenza che compete solo a questi colori. Tempestivo e incisivo come solo i grandi campioni sanno essere: mettete in bacheca un altro titolo, contano i numeri, e quelli non mentono mai.