editoriale

In buone mani

Si cerca giustizia. Il problema è che non sappiamo mai se è quella giusta. Ci fidiamo, non è nella nostra indole alzare la voce e sbraitare quando non siamo interpellati. A volte invece dovremmo adeguarci al livello della giungla nella quale...

Sabine Bertagna

Si cerca giustizia. Il problema è che non sappiamo mai se è quella giusta. Ci fidiamo, non è nella nostra indole alzare la voce e sbraitare quando non siamo interpellati. A volte invece dovremmo adeguarci al livello della giungla nella quale alberghiamo. Darci da fare, sgomitare, anticipare le calunnie. Quello che pensavamo potesse essere sufficiente non lo è più. O forse non lo è mai stato. Ma noi immersi nel nostro letargo ce ne siamo accorti solo ora.

La risposta a tutti i quesiti arriverà presto da Giancarlo Abete, presidente della Figc, non appena gli verrà consegnata la relazione contenente le conclusioni dell'indagine condotta dal pm Palazzi. Non facile il ruolo della Figc in questa triste vicenda calciopolitesca. In quella ormai lontana estate del 2006 fu colpita duramente a causa delle responsabilità di Carraro e Mazzini. Abete c'era anche allora, nel ruolo di vice-Carraro. "L'etica non va in prescrizione". Spunta anche il suo nome in un paio di intercettazioni. Mazzini si sfoga per l'arbitraggio di Rosetti e Abete risponde “Con quello che ha fatto adesso siamo nei casini…”. Nulla di rilevante, ovviamente. Ci mancherebbe. Buffo, anche queste intercettazioni appartenevano alla famosa seconda ondata. Tempo fa ne annunciarono una trentina, apparentemente tutte legate alla sua persona. Il tempo di sbobinarle, o di farle sbobinare. Se ne stava occupando Nicola Penta (uomo che ha ricoperto nella sua carriera infiniti ruoli: dall'ispettore antidoping della Figc a quello di consulente sportivo della difesa di Moggi). Chissà dove saranno finite? "L'etica non va in prescrizione"

Ma Abete al nostro calcio ci tiene veramente. Ed è per questo che non mancherà di fare giustizia. Un po' come quando quest'anno si parlò di irregolarità da parte di alcune società nel pagamento degli stipendi dei propri giocatori, regolarmente denunciate dalla Covisoc. Macalli, vice presidente della Figc, ebbe il cattivo gusto di sottolineare l'assenza di volontà di andare a fondo alla questione. Questa la risposta del nr.1 della Figc in merito all'ipotesi di deferire i responsabili: "Se pensiamo che i campionati vengano sconvolti per qualche pagamento, magari solo di mille euro, fatto con modalità diverse da quelle previste, significa che vogliamo distruggere un prodotto che non merita una simile fine." Giusto. Difendiamolo questo prodotto. Il prezzo da pagare non sarà mai troppo alto.

"L'etica non va in prescrizione". E chi non muore si rivede. Da quella sempre più lontana estate del 2006 certe cose sono cambiate, certe facce invece sono sempre le stesse. Di Carraro, nonostante i trascorsi, si fece il nome di recente per una nomina alla presidenza di Lega. Il tutto con un occhio alle Olimpiadi 2020. Non ci dimentichiamo dell'allora capo ufficio stampa della Figc Antonello Valentini, oggi Direttore Generale della Figc (promosso!). Per l'allora procuratore della Federcalcio Emidio Frascione ebbe parole gentili. "D'Artagnan dei miei coglioni", «un nemico in casa», un «pazzo giustizialista». E poi ancora "bisogna mettere della gente funzionale al sistema", il procuratore «deve capire che è uno di noi funzionale al sistema», «non bisogna mettere gente che va per i cazzi suoi». Ma noi siamo tranquilli e continuiamo ad avere fede. "L'etica non va in prescrizione". E insieme a lei, purtroppo, nemmeno un sacco di altre cose.