editoriale

Inter, che mercato è? Fitto insieme di controsensi. Mazzarri ha fatto una promessa e…

Chi tardi arriva male alloggia. Deve essere stato questo lo slogan che gli uomini mercato dell’Inter hanno utilizzato nell’ideare la campagna acquisti. A differenza degli altri anni, dove è capitato di assistere all’immobilismo...

Alessandro De Felice

Chi tardi arriva male alloggia. Deve essere stato questo lo slogan che gli uomini mercato dell'Inter hanno utilizzato nell'ideare la campagna acquisti. A differenza degli altri anni, dove è capitato di assistere all'immobilismo più asfissiante, l'Inter ha mosso già in inverno i primi passi per la campagna di rafforzamento. Presto, troppo presto! 

Icardi, Botta, Laxalt, Campagnaro, Andreolli ed i rientranti Longo e Duncan, insomma, mercato costruito su misura per Andrea Stramaccioni, tolto il solo Campagnaro, gli altri sono tutti molto giovani e vanno ad aggiungersi a Kovacic e Juan. Dunque, tutto in linea con il progetto giovani che la società vuole portare avanti. Tutto perfetto, almeno fino ad un certo punto. 

Il 24 Maggio del 2013, la società decide di esonerare Andrea Stramaccioni dall'incarico di allenatore, al suo posto Walter Mazzarri, che viene ufficialmente presentato alla stampa il 6 giugno del 2013. Il nuovo allenatore dell'Inter, tra le varie cose, afferma: "se si vuole lottare per un sesto posto o metà classifica, mi sta bene lavorare con i giovani, se invece bisogna spostare l'asticella più in alto, allora, ho bisogno anche di esperienza".

Che Walter Mazzarri sia un grande allenatore, è risaputo, lo ha dimostrato nelle numerose esperienze in Serie A, ma è ed era altrettanto risaputo, anche che non fosse un allenatore che gradisce partire da un progetto giovani. La domanda che sorgeva dopo le dichiarazioni del mister, era d'obbligo: l'Inter ha scelto l'allenatore giusto?

La risposta era si, d'altronde Mazzarri offre grandi garanzie, ha fatto bene in qualsiasi piazza (in questo breve tempo trascorso all'Inter, ha già dimostrato di saper dare la propria identità alla squadra)e poi siamo ancora a Giugno si diceva, l'Inter avrà tutto il tempo per plasmare gli acquisti in relazione al nuovo allenatore.

Adesso siamo ad Agosto, agli acquisti precedentemente elencati, si è aggiunto Belfodil, uomo d'esperienza vi chiederete voi? Niente affatto, il giovane e talentuosissimo calciatore franco algerino è nato nel 1992, ma non è tutto, attorno al mercato nerazzurro gravitano altri nomi: Wallace (94), Wellington (91), Taider (92), giocatori di valore ma che sinceramente, visto l'anagrafe, non offrono a Mazzarri l'esperienza cui faceva riferimento. Ci si chiede inoltre a cosa serva andare ad investire 8 milioni di euro per un mediano brasiliano, che ad oggi rappresenta una scommessa, quando in casa hai due centrocampisti di livello come Alfred Duncan e Patrick Olsen; a cosa serve riciclare giovani con altri giovani? 

Duncan ed Olsen: partiamo da questi due, andiamo a ripescare un'altra dichiarazione di Walter Mazzarri, che venne riportata da tutti gli organi di stampa, frase che il mister utilizzò come cavallo di battaglia durante la sua conferenza di presentazione, affermazione pesante che suonava come una promessa per l'intero popolo nerazzurro: "con me giocherà solo chi dimostrerà di più", aveva chiaramente detto Mazzarri ed è per questo motivo che ad oggi in molti storcono il naso quando in tutte le amichevoli vedono giocare sempre Cambiasso, che appare in evidente difficoltà, sostituito puntualmente da Olsen che almeno al momento si dimostra molto più in palla del centrocampista argentino. 

Probabilmente Mazzarri vorrà arrivare al cambio di guardia in modo progressivo, affidando pian piano le chiavi del centrocampo ad uno tra Duncan ed Olsen, è chiaro che Cambiasso in forma non si discute, ad oggi, però, l'argentino appare troppo appesantito dai carichi di lavoro e farlo rifiatare un po' sembrerebbe al momento la cosa più opportuna. Ricordiamo che a Napoli, Walter Mazzarri, preferiva un calciatore di sostanza ad uno di qualità per fare da scudo in mezzo al campo, a tal proposito, annoveriamo i vari Gargano e Behrami mentre spesso, un giocatore "d'ordine" come Inler, si è ritrovato a far panchina, a volte anche in favore di Dzemaili.