editoriale

Kakà  e lo stipendio della Concordia

In Italia, questa è la settimana che verrà ricordata per le operazioni di “ripescaggio” della nave da crociera Costa Concordia. Non vorremmo che questa titanica impresa facesse passare però in secondo piano un’altra notizia che ha...

Lorenzo Roca

In Italia, questa è la settimana che verrà ricordata per le operazioni di “ripescaggio” della nave da crociera Costa Concordia. Non vorremmo che questa titanica impresa facesse passare però in secondo piano un’altra notizia che ha arricchito il nostro principio di settimana e forse tutta la nostra esistenza. Stiamo parlando della sconvolgente decisione di Ricardo Izecson dos Santos Leite, al vulgo meglio noto come Kakà.Probabilmente imbeccato dall’arbitro di Torino-Milan Massa, che dopo il 90’ ha deciso di rinunciare al fischietto e all’orologio, Kakà ha scelto di rinunciare al suo pasciuto stipendio (4,8 milioni di euro all’anno, 13.000 euro al giorno, ndr) fino a quando non farà la sua ridiscesa in campo (locuzione molto amata negli ambienti Milan-addicted), dopo l’infortunio patito in quel di Torino sabato sera.

Ma non è finita qui. Il Milan ha deciso di omaggiarci veicolando via video questo struggente messaggio, in cui un commosso Kakà informava direttamente i tifosi della decisione presa.

Non cominciate a insinuare, lo so cosa state pensando: Concordia, Kakà, Lorenzo spende facile ironia facendo similitudini tra relitti… No, sia ben chiaro, Kakà è un grande giocatore, lo ammiro tantissimo e me lo sono pure comprato al fantacalcio di redazione dedicandogli anche il nome della mia squadra. “Bravo, bella scelta Lorenzo” vado ripetendomi dopo la prima di campionato.

Al solito l’astuta e attrezzata propaganda rossonera ha fatto centro nel mondo pallonaro. In giro per la città, il nobile gesto ha avuto grande eco in tutti i bar sport milanesi e la stampa (che strano, vero?) ha dato enorme risalto all’incredibile sacrificio del brasiliano. Un trionfo di turiboli e parole caramellate per il figliol prodigo.

Dopo aver visto il clip (Ma perché tutti dicono la clip? È un video mica una graffetta!), il mio primo pensiero è andato subito alla famiglia di Kakà che in questo mese dovrà affrontare soverchie difficoltà derivanti da questa automutilazione degli emolumenti del centrocampista. Spero che il Milan si metta una mano sul cuore e gli garantisca almeno i ticket da 5,20 euro giornalieri. O che gli offrano almeno un paio di cene, rigorosamente da Giannino, beninteso.

Subito dopo mi carico di biasimo pensando all’inaccettabile egoismo di El Shaarawy e Montolivo, anch’essi infortunati, ma lontani dalla nobiltà d’animo del brasiliano. Per non parlare poi di Bonera: 3 mesi che sei fuori ma i soldi li prendi lo stesso. Vergognati! Infine penso: ma i soldi che non prende Kakà a chi andranno? Vaaaaa bene. Proseguiamo.

Non voglio allarmare i cugini rossoneri, ma c’è un precedente infausto in casa Milan, Fernando Redondo fece lo stesso: dopo l’infortunio, niente stipendio. Però non tornò più a giocare a calcio. Quindi i casi sono due: o Kakà starà fuori 2-3 settimane, cosa che da sportivo gli auguro di tutto cuore (anche perché non posso andare avanti con Schelotto e Tachtsidis a centrocampo nel Fantacalcio), e il suo gesto diventa ancor più irriverente, oppure l’infortunio è più grave del previsto. Forse ce n’è un altro, ma è solo un mio pensiero cattivello cattivello dettato dal mio malfermo interismo: che il Milan nel contratto a Kakà abbia inserito una clausola che prevede la sospensione automatica dello stipendio in caso di infortuni gravi? Sarebbe la madre di tutte le messe in scena. Ma non lo sapremo mai.

A margine del clamore mediatico e dei vari Angelus del brasiliano dal suo balcone cui siamo abituati mi chiedo, qual è il motivo per cui ci dobbiamo sorbire tutto ciò? C’era l’esigenza impellente di dover necessariamente fare un video e mandarlo in onda? Poi però ho pensato: magari Kakà con le sue parole davanti alla telecamera avrà voluto insegnarci qualcosa? Ci sono: la parabola del Divin calciatore, già straricco di famiglia, che negli ultimi 4 anni (in quelli precedenti al Milan è arrivato a prenderne 9 annui) ha guadagnato 40 milioni di euro netti nella Sodoma madilena, più introiti pubblicitari ovviamente, per giocare 3 partite in croce (ops) che, ritornato a Betlemmilanello, rinuncia a una mensilità del suo stipendio? Da non credere. Quasi muoro dalla commozione. Ora attendiamo impazienti l’uccisione del vitello grasso…

Da tifoso fieramente Non Evoluto (come Galliani ha chiamato coloro che hanno espresso dubbi sul ritorno di Kakà al Milan) ho trovato che il video in cui Kakà recita la manfrina della rinuncia allo stipendio abbia toccato vette inesplorate di desolazione. Credo sarebbe opportuno produrre un altro video in cui chiedere scusa per aver diffuso il primo. Intanto per la poca eleganza dimostrata, solitamente i veri gentleman queste cose (decurtazioni varie, beneficenza, donazioni) le fanno in camera caritatis, sotto traccia, senza bisogno di telecamere, lacrime e teatrini tv. In secondo luogo credo che il centrocampista brasiliano dovrebbe emendare pubblicamente l’uso improprio della parola stipendio, termine che in Italia attualmente racchiude e simboleggia realtà drammatiche quanto totalmente incompatibili col mondo del divin Kakà.

In conclusione caro Ricky, ti paleso il mio ottimismo, se sono riusciti a tirar su la Concordia, vuoi che Milan Lab non rimetta in piedi te?

Aspettiamo fiduciosi il tuo ritorno al bonifico.