editoriale

Kovacic non si accende e Vidic lo richiama. Icardi non gioca alla Milito. Le gambe erano a pezzi…

Non è un bentornato in Europa quello che l’Eintracht riserva agli uomini di Mazzarri, un 3-1 che non ammette repliche, ma che non può assolutamente cancellare l’ottimo lavoro svolto in terra americana. Un risultato netto, che tornerà a...

Alessandro De Felice

Non è un bentornato in Europa quello che l’Eintracht riserva agli uomini di Mazzarri, un 3-1 che non ammette repliche, ma che non può assolutamente cancellare l’ottimo lavoro svolto in terra americana. Un risultato netto, che tornerà a vestire d’umiltà un gruppo ricoperto dalle troppe lusinghe post tournée. I nerazzurri partono discretamente, tanto da portarsi in vantaggio al 25’ grazie alla bella azione costruita sull’asse Obi-Nagatomo-Botta. Poi è blackout. Le gambe degli undici in campo non reggono l’urto e l’Eintracht ne approfitta con ripartenze sempre rapide e ficcanti: tre gol in tredici minuti (26’-33’-39’) stendono l’Inter.

Risultato che non piace a nessuno, ma è chiaro che non va sottovalutato il lavoro svolto in settimana da Pondrelli. I carichi di forza imposti in allenamento hanno tolto brillantezza alle gambe ed è anche giusto aver optato per questa scelta, in virtù del fatto che a breve ci saranno i playoff di Europa League e sarà importante arrivare in forma per quella data.

Cosa non ha funzionato: le giustificazioni sulla tenuta fisica erano d’obbligo, ma da sconfitte come questa bisogna anche trarre spunti ed analizzare errori da non ripetere in futuro, lo ha ammesso lo stesso Walter Mazzarri al termine della gara. La manovra dell’Inter non è ancora fluida e spesso si incaglia in una fitta rete di passaggi che non trovano sbocco. M’Vila è apparso troppo pesante, sarà fondamentale rimettere apposto il francese nel più breve tempo possibile. L’ex centrocampista del Rubin Kazan è poco lucido e perde troppi palloni - abbastanza grave per uno che dovrebbe recuperarli - considerando la forma fisica di Medel (non si è praticamente mai allenato per smaltire l’infortunio) e che Kuzmanovic non è neanche convocato per la gara contro lo Stjarnan, sarà fondamentale lavorare sulla brillantezza del ragazzo. Il fatto che M’Vila si sia comportato meglio in America contro United e Roma, che ieri contro l’Eintracht, rafforza ancora di più la tesi portata avanti dal tecnico: il lavoro svolto in settimana si è fatto sentire eccome.Sulle corsie laterali sembra ormai che non si possa fare a meno di Dodo. Il terzino brasiliano dona vivacità all’intera manovra, punta l’uomo e spesso crea quella superiorità numerica che aiuta l’Inter a uscire dall’imbuto. Qualche problemino di natura tattica lo ha trovato anche Kovacic, il numero dieci ha faticato non poco ad accendersi, muovendosi in campo con fare svogliato, lo stesso Vidic lo ha richiamato all’ordine in un paio di circostanze. Da rivedere anche il raccordo di Icardi al resto della squadra, il centravanti argentino appare spesso isolato e totalmente estraneo al gioco. I suoi movimenti in profondità non vengono quasi mai premiati dai compagni. Lui è il padrone dell’area di rigore e non servirlo nel modo giusto sarebbe delittuoso. Inutile aspettarsi da Icardi il lavoro d'appoggio che svolgeva Milito.