editoriale

L’impero delle Baccate: serve un top player low cost? Menomale che c’è il Milan

C’è una diarchia di mercati nel mondo del calcio: quello reale, fatto di cont(r)atti e firme e un altro mercato invece, che è quello che si legge sui giornali e sulle testate online, fatto di voci, smentite, trattative fittizie, affari...

Lorenzo Roca

C'è una diarchia di mercati nel mondo del calcio: quello reale, fatto di cont(r)atti e firme e un altro mercato invece, che è quello che si legge sui giornali e sulle testate online, fatto di voci, smentite, trattative fittizie, affari inventati, cifre a caso e inutili gare a chi arriva prima per avere poi l’appagante goduria di una vita nel dire: “L’ho detto prima io”. Eh sì, sono soddisfazioni.

Di questo secondo mercato ovviamente c’è un ante e un post, entrambi esilaranti, per chi non si fa infinocchiare s’intende. Prima le trattative tra dirigenti, procuratori, squadre, poi il valore che viene attribuito a questo o quell’altro acquisto. Centro gravitazionale di questa galassia delle cazzate, ovviamente il Milan, che per sua fortuna dispone di parecchie penne satelliti nelle fila del giornalismo, che sarebbero in grado di descrivere Adolf Hitler come un ragazzo a modo, talvolta un po’ sbadato. E quindi via a celebrare le operazioni rossonere e a giustificarne le operazioni bucate.

Gli acquisti boom del Milan sono: Bertolacci Andrea, di anni 24, al prezzaccio di 20 milioni di euro e Bacca Carlos, cafetero che veleggia verso i 29, per soli 30 milioni e un bel contratto quinquennale. Ovviamente i colpi sono stati salutati come operazioni di fantastica lungimiranza ed economia, qualche cultore della realtà virtuale e delle allucinazioni è arrivato anche a dire che Bertolacci è il miglior giovane italiano (maddai?) e Bacca è stata un’operazione low cost per un top player. Ora, potendo asserire senza ombra di smentita che Bacca top player non è manco nei suoi migliori sogni, 30 milioni per un giocatore che quest’anno ha indubbiamente vissuto la migliore stagione della sua carriera e che l’anno scorso ha segnato 14 gol (come Fabio Quagliarella in A) nella Liga, proprio proprio regalato non è.

Sarebbe più onesto dire che dopo aver ricevuto 379 no da attaccanti in giro per l’Europa, Viaggi del Ventaglio alias Galliani, si è stufato è ha calato le braghe pur di prenderne uno decente. Che improvvisamente diventa top player. Vi immaginate Ausilio che rientra a Milano e annuncia gli acquisti di Bertolacci e Bacca per 50 milioni? L’unico dubbio e su cosa gli verrebbe lanciato dietro: pomodori o broccoli? Forse i primi perché per i broccoli non è stagione.

Aggiungiamoci il fatto che lo scorso anno, come molti di voi ricorderanno, il colombiano è stato trattato approfonditamente da Inter e Roma sulla base di 10-15 milioni, sempre di euro parliamo. Quindi ora con un anno in più e pagato il doppio = low cost. Ok, bene così.

Come poi non ricordare la trattativa per Kondogbia? Bellissima, degna di Sentieri, con i giornali che titolavano: “Galliani ordina all’Inter: Kondo lo prendiamo noi. Se fate i bravi vi lasciamo Imbula”. Risultato: Kondogbia all’Inter e Imbula quasi. E si continua con: “Eh ma l’Inter ha offerto troppo per Kondogbia, non li vale, il Milan non accetta giochi al rialzo” e poi si scopre che il Milan aveva presentato al Monaco la stessa offerta con ingaggio superiore. Quindi urge altra cazzata per giustificare il mancato acquisto rossonero, eccola: “Mancini passa le giornate al telefono per convincere i giocatori”. A parte che il telefono dovrebbe averlo anche Mihajlovic come tutta la dirigenza rossonera, e poi, ve lo vedete il Mancio che fracassa gli zebedei a Imbula e Kondogbia per farli venire all’Inter come una ragazzina innamorata del figo del bigonzo? Driiiin: “Dai Geoffrey, vieni, ti prego”. Driiin: «Scusa Geoffrey sono ancora io, Roby, dai a Milano c’è il Duomo e la moda”. Driin: “Perdonami Geoffrey, sempre io, Mancio, c’è anche il Panettone, dai vieni all’Inter”. Driin: “Ah dimenticavo Geoffrey, forse prendiamo Cristiano Ronaldo, dai vieni”. Driin: "Prometto, non ti disturbo più Geoffrey, mi ha detto Giovanni Rana che farà una nuova linea di lasagne col tuo nome, non puoi non venire".

Ma suvvia, come direbbe un luminare del pensiero calcistico. Pensate che oggi, su altri assemblati cartacei (non è corretto chiamarli giornali), si leggeva che il Milan ha preferito, sì preferito, scegliere la via del risparmio e ha lasciato Kondogbia all’Inter per prendere Bacca mettendo a segno un colpo e un risparmio sensibile. Uno è centrocampista l’altro attaccante, ma che razza di alternativa è? L’alternativa corretta sarebbe Mario Mandzukic, stessa età, stessi gol (nel Bayern) nell’ultimo biennio, ma lo ha preso la Juventus pagandolo la metà e si sa, la Juventus è sempre la Juventus.

Il problema è serio, certe cose non possono essere lette ogni giorno da milioni di persone. È una questione di rispetto per chi ti legge e, verosimilmente, è cliente dell’azienda per cui scrivi. Quando a mia figlia di 4 anni cerco di far mangiare i broccoli, frullandoli e glissando in modo meschino sul contenuto della zuppa, ci impiega mezza cucchiaiata prima di guardarmi con gli occhi compassionevoli di chi guarda un minorato mentale e dire: “Hai messo i broccoli vero?”. E ha 4 anni. Credo che l’età media dei lettori di giornali e testate online sia un tantino superiore, ma nonostante ciò le fantasie di penna di sedicenti giornalisti continuano a gettare inchiostro nella pupilla del lettore, prima che sul foglio bianco, e a raccontare favole che hanno la stessa credibilità di Luciano Moggi.

Uno dei fondamenti del giornalismo è quello della libertà di manifestazione del pensiero. Qui i casi sono due: o si tratta della libertà di manifestazione del pensiero altrui, dove “altrui” è chi ti paga e quindi per amor proprio si dovrebbe riconsegnare il tesserino da giornalista il prima possibile, oppure trattasi di incapacità di intendere e volere, sarebbe opportuno pertanto consegnare le proprie membra a una struttura sanitaria adeguata.