A volte dimentichiamo che analizzare situazioni nel calcio non implica necessariamente valorizzare una tesi specifica. Il paragone delle prime giornate di Mazzarri con quelle di Stramaccioni lascia il tempo che trova per tutta una serie di motivi. A partire dalle rose, diverse in partenza. Con Stramaccioni che aveva a disposizione, in avvio di stagione, Sneijder e Cassano; Mazzarri di fatto gioca con un Campagnaro in più (e senza l'olandese e il barese). Quindi valorizzare il dato che dopo sei giornate l'Inter di Andrea potesse vantare un punto in più dell'Inter di adesso è poco significativo. Il paragone potrebbe acquistare un senso nel lungo termine. Forse. Non necessariamente.
editoriale
L’inquietudine di Mazzarri e quei paragoni con Strama…
A volte dimentichiamo che analizzare situazioni nel calcio non implica necessariamente valorizzare una tesi specifica. Il paragone delle prime giornate di Mazzarri con quelle di Stramaccioni lascia il tempo che trova per tutta una serie di...
Ne aveva parlato nella conferenza pre-partita. Walter Mazzarri e quell'inquietudine che per lui, nel calcio, rappresenta la molla vitale per cercare di vincere le partite senza cedere alla tentazione di sentirsi soddisfatti. L'Inter del primo tempo con la Roma ha creato moltissimo, capitalizzato nulla. Tante azioni, moltissima frustrazione. Certo, la fase passiva e la manovra difensiva non erano quelle delle prime giornate. Un po' perché mancava l'interprete fondamentale, Hugo Campagnaro. Un po' perché la difesa vibrava di insicurezza e gli avversari in quelle incertezze si sono inseriti senza pietà. Sul 3 a 0 per la Roma Mazzarri butta via la giacca e cerca soluzioni. Ci si aspettava un secondo tempo elettrizzante. Complici alcuni episodi che hanno inevitabilmente segnato la partita, complice un avversario veloce, che in difesa non ha concesso pratiacamente nulla, la partita si è chiusa con una sconfitta. E nessuna rete targata nerazzurra.
L'Inter ha mostrato inadeguatezze non totalmente sconosciute e per questo deve lavorare ancora molto. Un concetto che a Mazzarri è sempre stato chiaro, a molti altri forse meno. Il pubblico ha bisogno di giudicare, condannare, esaltare. Con una frenesia veloce, che travolge e spesso tramortisce. Non tutto quello che si è visto ieri a San Siro è da buttare. Mazzarri dovrà quindi riprendere in mano le redini del suo lavoro e andare a correggere le sbavature, ricamando soluzioni alternative a quelle che non hanno convinto. Rimboccarsi le maniche e tornare a ricostruire l'autostima in difesa saranno i primi passi da programmare durante la sosta. Il successivo sarà applicare l'inquietudine al campo. Con la giusta cattiveria, in parte già intravista. E senza paragoni. I paragoni alla sesta giornata non servono davvero a nessuno.
Twitter @SBertagna
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