editoriale

L’Inter prova a metterci il cuore, Ranocchia e Juan lo spezzano in due. Non è tutto da buttare….

Pessima, decente, buona, ottima, mediocre. In una sola partita, l’Inter è riuscita – nell’ordine – ad essere tutte queste cose.  Il peso delle responsabilità si è fatto indiscutibilmente sentire, l’obbligo dei 3...

Alessandro De Felice

Pessima, decente, buona, ottima, mediocre. In una sola partita, l'Inter è riuscita - nell'ordine - ad essere tutte queste cose. 

Il peso delle responsabilità si è fatto indiscutibilmente sentire, l'obbligo dei 3 punti ha gravato negativamente sulla psiche degli uomini di Mazzarri, che al fischio d'inizio, sembrano voler giocare alle belle statuine. Ci vogliono 20 minuti prima che si inizi a vedere qualche timida reazione 

Dopo la rete subita da Sansone - libero di sguazzare tra le maglie di una difesa degna del museo delle cere - prova a farsi coraggio e lentamente inizia a creare qualcosa di buono, sia chiaro, niente di eccezionale, ma la squadra sembra compatta. Sul lato destro del campo, Jonathan e Guarin riescono anche a creare qualcosa di positivo, come in occasione del primo gol di Palacio. Peccato che dopo pochi minuti, stavolta su papera di Handanovic (può sbagliare anche lui) il Parma riesca a riacciuffare il vantaggio, chiudendo così la prima frazione di gioco. 

L'Inter rientra un campo con un piglio diverso, riesce a pressare alto e non far respirare la squadra emiliana che, tra il 9' e l'11' deve capitolare per ben due volte. In questo frangente si vedono sprazzi di bellissimo calcio: È tornata l'Inter? Ma neanche per sogno. Dopo la rete del momentaneo vantaggio, i nerazzurri si rilassano, abbassano il baricentro ed iniziano a subire in modo imbarazzante le iniziative del Parma. Ranocchia e Juan perdono letteralmente la trebisonda, pascolano senza meta nel campo, senza riuscirci a capire granché. Cassano, Biabiany e Sansone ( non Ronaldo, Di Maria e Benzema) riescono a creare una valanga di azioni, fino a raggiungere ancora il pareggio con Nicola Sansona. 3 a 3.

Il pareggio sta stretto agli uomini di Mazzarri, l'Inter tenta di vincerla in tutti i modi, la squadra si allunga, gli schemi spariscono e la partita diventa un flipper di azioni da gol, da una parte e dall'altra. La più clamorosa la sciupano i nerazzurri con Belfodil. L'algerino potrebbe servire Kovacic libero sul dischetto del rigore e invece sceglie l'improbabilissimo tiro verso la porta, nonostante la posizione non ottimale. Saltano tutti gli schemi, l'Inter rischia il tutto per tutto, ma non c'è più niente da fare. Finisce 3 - 3.

Sarebbe ingiusto ed immorale dire che sia tutto da buttare. L'amarezza dei tifosi è più che condivisibile; pareggiare in casa contro il Parma, subendo 3 reti, non è il massimo della vita e questo in effetti è il dato che allarma di più. Tuttavia, durante la partita c'è stata anche qualche indicazione positiva per il tecnico. La gara disputata da Kovacic, ad esempio, è stata più che sufficiente, il croato ha messo in vetrina tutto il proprio talento, mostrando a tratti, una sicurezza che sembrava aver smarrito. Al 30esimo del primo tempo il Meazza capisce che il ragazzo sta cambiando marcia e si alza in piedi per applaudire una sua giocata sontuosa. Mai come questa sera, l'intercambiabilità tra Alvarez e Kovacic, ha funzionato davvero bene, i due continuavano a scambiarsi posizione in campo con estrema naturalezza, togliendo qualche punto di riferimento al Parma.

I problemi seri arrivano quando bisogna valutare la retroguardia: Juan commette errori tattici abbastanza clamorosi, prova ne sia la prima rete subita, mentre Ranocchia non riesce a giocare con tranquillità. In questo momento potrebbe perdere un confronto diretto con molti attaccanti di caratura inferiore. Era davvero necessario rinunciare a Rolando? Questo dubbio accompagnerà anche Walter Mazzarri, almeno fino alla prossima gara contro il Napoli.