Non importa se le cose sono cambiate. Non importa se era il (lontano) 2010. Non importa. La squadra da battere è ancora l'Inter. Quella che accende i bollenti spiriti negli stadi avversari, quella alla quale non si perdona nulla, quella più temuta. Nonostante la falsa partenza, nonostante la classifica. Lo abbiamo respirato in un inedito stadio come quello del Novara, dove l'acredine dei tifosi neopromossi era tangibile. Lo avvertiamo ogni qualvolta una squadra medio-piccola ci affronta. L'orgoglio di poterci infilare un gol a tradimento, di mettere sotto pressione campioni dai nomi famosi, di vincere addirittura, è per certi versi impagabile. Piccole imprese da ricordare. Anche se molto spesso non fanno la differenza sulla classifica.
editoriale
La più temuta?
Non importa se le cose sono cambiate. Non importa se era il (lontano) 2010. Non importa. La squadra da battere è ancora l’Inter. Quella che accende i bollenti spiriti negli stadi avversari, quella alla quale non si perdona nulla, quella...
La classifica. Già, al momento non è per nulla confortante. Schiacciati in fondo alla zona retrocessione nel tentativo di iniziare la scalata verso l'alto. Riusciranno le momentanee capoliste a tenere il primato o l'aria rarefatta della vetta darà loro alla testa? Sembra essere il timore di Reja che non nasconde la preferenza per un campionato costruito sull'inseguimento. Eppure al suo posto vorrebbero esserci molte squadre, non ultima quella nerazzurra. Il campionato è singolare, si accorcia in un men che non si dica e promette grosse sorprese. La più grande potrebbe essere proprio questa. L'Inter sarà ancora la squadra poiù temuta?
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