Massimo Moratti è il primo tifoso dell'Inter e, in quanto tifoso, a volte si fa prendere la mano. Quel "lotteremo per lo scudetto" di inizio estate è stato sicuramente uno slogan molto avventato, almeno quanto "il top player può arrivare" pronunciato prima dell'inizio del ritiro di Pinzolo.
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Ma quale extrabudget: qui serve il budget. Urge colpo di coda anti-depressivo
Massimo Moratti è il primo tifoso dell’Inter e, in quanto tifoso, a volte si fa prendere la mano. Quel “lotteremo per lo scudetto” di inizio estate è stato sicuramente uno slogan molto avventato, almeno quanto “il top...
Le casse nerazzurre sono asfittiche, i salti mortali richiesti a Branca e Ausilio indicibili (gli uomini mercato nerazzurri hanno commesso sicuramente parecchi errori, soprattutto nel passato recente, ma fare "le nozze coi fichi secchi" non è esattamente esercizio facile).
Fino a questo momento l'Inter ha speso poco o niente sul mercato, nonostante bizzarri conti che riferiscono di fantomatici 20-25 milioni di euro già investiti. Belfodil è arrivato senza tirare fuori praticamente un solo euro (tra Cassano e comproprietà), Icardi è stato formalmente preso in comproprietà, Rolando in prestito, Campagnaro, Andreolli e Botta a parametro zero. Sono stati ceduti Donati e Caldirola, quindi il saldo è di fatto in parità.
Si parla, erroneamente, di un possibile extrabudget per un colpo last minute (Osvaldo o Nainggolan). Ma qui è il budget che manca, altro che extra. L'Inter, per l'ennesima volta, rischia di imbarcarsi in un pericoloso circolo vizioso. Un mercato modesto per pretese da big. Già l'anno scorso la società nerazzurra fece una campagna acquisti tutt'altro che eccezionale, mantenendo però la pretesa di una competitività assolutamente sovradimensionata.
Ora la storia si ripete: si parla della necessità (reale) di tornare in Champions League ma i mezzi messi a disposizione di Mazzarri, finora, sono assolutamente inappropriati.
E anche l'ambiente nerazzurro sembra in preda ad una depressione da assuefazione. Ormai si aspetta il corso degli eventi con una fiducia ai minimi storici. Le sconfitte in precampionato sono state accolte come ineluttabile destino, funesta premessa dell'ennesima "stagione di transizione".
Serve un colpo di coda, qualcosa (sarebbe meglio qualcuno) che riconsegni all'ambiente uno slancio che sembra perso, Che poi questo colpo di coda abbia l'accento indonesiano e la faccia paffutella o le sembianze di un vecchio amico africano che ritorna, poco importa.
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