Passatemi il titolo anche se potrebbe risultare infelice, lo so. Le intenzioni non sono affatto quelle di sminuire l’apporto del Colosso anzi...
editoriale
MAICON CHI?
Passatemi il titolo anche se potrebbe risultare infelice, lo so. Le intenzioni non sono affatto quelle di sminuire l’apporto del Colosso anzi… Lo sappiamo bene, di Maicon ce n’è uno, unico e inimitabile. A Maicon saremo per sempre...
Lo sappiamo bene, di Maicon ce n’è uno, unico e inimitabile. A Maicon saremo per sempre grati, uno di quei calciatori da clonare, da prendere ad esempio, del quale sarebbe opportuno registrare videocassette (si, sono un nostalgico) radunando prima dei pargoli davanti allo schermo, salvo poi inserirla nell’apposito videoregistratore e – prima di premere il tasto play – annunciare a gran voce: “Bimbi, questo è il terzino destro”.
Bene, terminata la doverosa premessa veniamo a noi.
Alzi la mano chi – nelle ultime sessioni di calciomercato - non ha mai inserito nella “personalissima lista dei partenti” da consegnare a Marco Branca il nome di Jonathan Cicero Moreira come EPURABILE numero 2 (il primo probabilmente era Alvarez).
Il brasiliano bolso arrivato come sostituto del Colosso (a causa dell’inimitabile capigliatura) nelle prima apparizioni in nerazzurro non si è certo aiutato. Timido, impacciato, sguardo all’Aristoteles prima di Longobarda-Sampdoria, broncio fisso, qualche chiletto di troppo e un predecessore ingombrante: “Ciao Jonathan, benvenuto all’Inter, adesso dovresti giocare terzino destro, al posto di Maicon, brasiliano come te che fino a ieri asfaltava la fascia a occhi chiusi e faceva partire traversoni con il contagiri. Lo chiamavano Colosso, sei contento?”.
Probabilmente pochi sconosciuti (come era lui del resto) avrebbero retto il paragone; in pochi sarebbero rimasti, su pochi qualcuno avrebbe puntato. Invece Jonathan no. Lui non si è rassegnato, è andato avanti, e lo ha fatto essendo deriso e sfottuto all’inverosimile, testa bassa e lavorare (certo, lo stipendio a fine mese aiuta direte voi, che avete anche ragione…ma non divaghiamo).
Semestre interessante a Parma e via il ritorno alla casa madre. Arriva Stramaccioni, il ragazzo si poterebbe fare ma gli infortuni non lo aiutano. Lui abbassa la testa e torna a lavorare. L’Inter va ad Udine, lui sbaglia un gol fatto, giù insulti, e lui ancora testa bassa e lavorare. Intanto nella Rete qualcosa inizia a muoversi. Il “fenomeno parastatale” si fa largo, i tifosi trasformano lo sfottò in qualcosa che va oltre il normale sarcasmo che si crea attorno a un giocatore. Non ce ne voglia a male, Vampeta era scarso..era scarso prima, lo era quando è arrivato e lo è continuato ad essere dopo.
Jonathan entra con maggiore frequenza in campo, contro il Tottenham prima “ferma” Bale (si lo ferma dai, non dite di no) poi – nella gara di ritorno – domina la sua fascia di competenza, chiudendo, ripartendo e sfornando suggerimenti preziosi.
Lui però non è Maicon, l’ha ribadito più volte con quello sguardo da Calimero. Semifinale di Tim Cup contro la Roma. Jonathan la mette dentro e pazienza se quel gol (quel SUPERGOL) non servirà a nulla, quella è la chiave di (s)volta.
Jonathan dimostra di esserci, non gli interessa diventare il nuovo Maicon, lui è diverso. Se sarà un flop lo scopriremo a fine campionato, ma in questo momento “Il Divino” ha alzato la cresta (visto che ci siamo, passatemi anche questa, lo so che non è il massimo). Assist e gol, affondi e dribbling, applausi e parole di conforto per i suoi compagni di squadra (come nel caso dei fischi tributati INGIUSTAMENTE a Guarin nella gara contro la Fiorentina).
Jonathan è questo qui al momento, queste sono le premesse e da queste si deve partire.
Benvenuto all’Inter Jonathan (adesso però vedi di confermarti altrimenti rischio di gettare al vento la pausa pranzo che ho utilizzato per renderti omaggio).
@GioMontopoli
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