L'uso improprio delle parole spesso è fonte di problemi, incomprensioni, equivoci nella vita di tutti i giorni. Quelle utilizzate dal Marotta, direttore sportivo della Juventus, durante la conferenza stampa successiva il fallimento dell'affare Vucinic-Guarin, sono un esempio eclatante del suddetto uso improprio di parole.Il dirigente juventino ha manifestato tutta la sua rabbia nei confronti di chi gli ha rovinato il delitto perfetto. Lo ha fatto in modo scontato, prevedibile e dozzinale accusando l'Inter di non essere società seria. Un nostro articolo di due giorni fa ha già smontato questa supponente idea ricordando al Marotta come la società per cui lui ora lavora abbia un concetto di serietà tutto suo. Inimitabile.Il Marotta parla di una trattativa già chiusa da lui e Fassone, ammettendo quindi di non aver sentito nessuno dell'Inter. La realtà sembra inoltre seccamente smentirlo. In ambito commerciale quante trattative saltano all'ultimo istante dopo giorni, settimane, mesi di ottime premesse? Chiedere ai commerciali veri. Inoltre a mancare era il benestare non del tagliaunghie, ma del numero uno nerazzurro, il magnate indonesiano che tutti prendono per il culo ma che fa tanta paura. Thohir, figlio di Khmer della tribù di Pstar. Bu!Il collega Andrea Agnelli, convinto di essere un avanguardista della tecnologia, ha attinto al suo bagaglio di sapienza e tramite un sms (genio) dice di aver chiesto a Mr. Erick "allora l'affare si fa?". In risposta asserisce di aver ricevuto l'assenso da Thohir. Crediamoci. Come no.Nel frattempo, nella fortezza di Giacarta il presidente interista era intento a smanettare come un nerd per cercare di capire perché il popolo interista fosse così furibondo per lo scambio. Come una novella sposa avvinta dalla timidezza nel primae noctis, Thohir non se l'è evidentemente sentita di deflorare il suo carrello della spesa interista con un affare indigesto ai tifosi. Ma al Marotta questo non va giù e tira in ballo i diretti interessati, Vucinic e Guarin, dicendo una cosa gravissima: che l'Inter ha maltrattato due professionisti. Incredibile. L'ha detto.Ebbene sì, il Vucinic aveva già svuotato l'armadietto. Già. Forse il lettore non si rende conto di cosa voglia dire doverlo riempire di nuovo per un calciatore. Tute, maglie, deodoranti, scarpe (perché tutti gli addetti ai lavori dicono scarpini? Mai capita sta cosa, sono energumeni mica fatine, ndr). Un concentrato di fatica, sudore, sforzi per rifare quel dannato armadietto che Sisifo in confronto era un fancazzista. Non solo, l'ignobile maltrattamento è proseguito con un inutile e infinito tragitto andata e ritorno Torino-Milano condito da visita medica. Verne sarebbe impallidito. Pensare che c'è gente che viaggia dalla Sicilia a Milano per curarsi e fare visite mediche. E paga pure. Marotta. Pensaci, Marotta.Quanto all'altro maltrattato, 10 giorni fa gli è stato sottoposto un rinnovo contrattuale da parte dell'Inter con relativo aumento dell'ingaggio da 2,2 a 2,5 milioni di euro annui. Rifiutato. Ecco, chiedo ufficialmente alla società Inter di maltrattarmi a più non posso. Sarò il vostro scendiletto. Ovvio che il Marotta sia inalberato per aver visto sfumare il colpo gobbo a 100 metri dal traguardo. Il colpo impossibile. Un po' come se uno tentasse di vendere granate a Gino Strada, potrebbe non bastare un Fassone dentro Emergency.Il Marotta infine parla di cose mai viste in 30 anni di calcio. Nientemeno. Non scendo nell'arena delle facili battute, ma usa ancora vocaboli impropri. Tutto sta alla risonanza e al taglio che viene dato all'evento. Ricordate i casi Kakà e Pato? Il primo, nel gennaio 2009 venne ceduto al City salvo poi ripensarci "il Milan è la mia casa" a fronte dell'intervento divino di Berlusconi che annunciò in diretta da Biscardi (ognuno ha i palcoscenici che si merita). Berlusconi fu santificato e Kakà venduto 6 mesi dopo. Valdano, allora ds del Real, accolse il cambio di programma senza fare un plissé. Stile. Marotta. Stile.Pato venduto al Psg nel gennaio 2011, ma ci ripensa anche lui "il Milan è la mia casa" (electric barbarella fa miracoli) e Berlusconi annuncia il dietrofront e viene risantificato. Un anno dopo Pato viene spedito al Corinthians. La parola fine, speriamo, alla vicenda Guarìn-Vucinic l'ha data il comunicato diramato da Thohir in risposta alla inelegante conferenza del Marotta. Comunicato che ha dimostrato che l'indonesiano ha ben chiara l'importanza dell'uso corretto delle parole. Altri invece non impareranno mai.
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L’uso improprio delle parole spesso è fonte di problemi, incomprensioni, equivoci nella vita di tutti i giorni. Quelle utilizzate dal Marotta, direttore sportivo della Juventus, durante la conferenza stampa successiva il fallimento...
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