Immaginate di aver comprato quel pullover che da tempo rapiva il vostro sguardo, incollandolo alla vetrina. Adesso, con la medesima immaginazione, provate addirittura a indossarlo, rilassate i muscoli del viso in un'espressione soddisfatta e godereccia. Magnificamente morbido, confortevole, profumato. C'è un solo problema: quella maledetta etichetta che sfrega dietro al collo e pizzica senza limite alcuno, non accontentandosi di irritare la cute, no. Arriva fino all'ultima delle terminazioni nervose. Cosa si fa? 99 individui (maschi) su 100, in preda ad un raptus isterico, sfilano il maglione, afferrano la maligna creazione sartoriale e la strappano con le mani, ancor prima di fermarsi a riflettere sull'invenzione delle forbici. Via il dente, via il dolore ed il maglione torna ad essere il tuo migliore amico, magari con uno squarcio dietro al "coppino" (passatemi il termine, ormai di uso comune)
editoriale
Mazzarri “non piace” a Thohir per tre cose clamorosamente inventate
Immaginate di aver comprato quel pullover che da tempo rapiva il vostro sguardo, incollandolo alla vetrina. Adesso, con la medesima immaginazione, provate addirittura a indossarlo, rilassate i muscoli del viso in un’espressione soddisfatta e...
Ma che relazione c'è tra Mazzarri ed un pullover? Nessuna. Semmai, il legame è tra il tecnico toscano e l'etichetta, quest'ultima, vista come strumento di presentazione di merci, alimenti e talvolta anche persone. Per carità, nulla in contrario alle presentazioni prestampate, se non raccontano balle. Qualche problema, invece, sorge se servono solo a storpiare la verità, in modo da montare ad arte casi giornalistici altrimenti inesistenti. L'ultimo? Mazzarri rischia il posto perché non piace a Thohir. Volete sapere il perché? Semplice, l'etichetta parla chiaro: non lavora con i giovani, non ha esperienza internazionale e costa troppo. Ecco, in questo caso, ci troviamo proprio di fronte ad un chiaro esempio di etichetta fasulla, tendenziosa e ai limiti del grottesco. Spiegheremo anche questo, partendo da una delle prime frasi pronunciate da Mazzarri nel giorno della sua conferenza di presentazione all'Inter: "A me piace lavorare con i giovani, l'importante è che siano bravi, poi è ovvio che se mi chiedete di essere competitivi ovunque, non si può scendere in campo con 11 giovani. Serve il giusto mix."
Sto per dirvi una cosa che vi sconvolgerà, tuttavia, è giusto che la sappiate: Mazzarri a Napoli, non ha lavorato solo con saggi uomini di campo, dalla sbiadita carta d'identità, bensì, si è servito di aitanti giovani dalla barba insicura e timida, che pian piano iniziava ad affacciarsi sul loro volto. Nomi e cognomi, serviranno come rafforzativo per tale tesi: Marek Hamsik (22 anni), Edinson Cavani (23 anni), Lorenzo Insigne (21 anni), Ezequiel Lavezzi (25 anni). Mazzarri ha inoltre valorizzato calciatori come Dzemaili, Gargano, Zuniga, Behrami ecc. La lista potrebbe essere molto più estesa ma ci fermiamo a questi nomi, perché crediamo che il dato che stiamo per fornirvi, possa bastare per permettervi di farvi un'idea. Sommando uno per uno il prezzo dei singoli cartellini degli 8 calciatori sopra elencati, una cosa balza clamorosamente all'occhio: la cifra spesa da DeLaurentiis per tutti e 8 si aggira intorno a 50 milioni di euro. Attualmente, i prezzi degli stessi calciatori, sono talmente lievitati da arrivare a garantire alla società calcio Napoli, un valore vicino ai 226 milioni di euro. Merito anche e soprattutto di Mazzarri che ha donato loro caratura internazionale, disputando ottime stagioni sia in Europa League che in Champions (miracolo sfiorato contro il Chelsea che poi si laureerà campione).
Dunque, una vera e propria ricapitalizzazione di risorse umane che permette ai club in cui opera Mazzarri, di dormire sonni tranquilli. È accaduto anche all'Inter, dove l'effetto "Lazzaro, alzati e cammina" è stato recepito in pieno da calciatori come Alvarez, Jonathan, Nagatomo, Ranocchia, Juan. Gente che fino a qualche mese prima, rappresentava buchi di bilancio e che adesso si palesano come virtuosi ed inestimabili beni mobili appartenenti al club. Se teniamo conto delle plusvalenze che riesce a creare Mazzarri, rivalutando i calciatori, si può tranquillamente affermare che i 3,5 milioni di euro che guadagna annualmente, non sono un peso così grave per il club. Non è tutto, analizzando le prime 6 squadre in classifica, sapete cosa si evince? Che l'Inter, tra le big è la squadra con l'età media più bassa (27anni), insieme a Napoli e Fiorentina, davanti a Roma (28,5) Lazio (29), Juventus (29)
Ben vengano le critiche costruttive o le domande piccate dopo una partita interpretata male. Il resto è un gioco al quale noi ci sottraiamo, una forzata ricerca al difetto, anche laddove non v’è spiraglio al rimprovero. Thohir, da patron di una squadra di calcio, avrà anche i propri gusti da assecondare, ma siccome da mesi non si fa altro che scrivere dell’indonesiano, come persona attenta al bilancio, ci sembrerebbe quanto meno sospetto che il tycoon, prima di prendere scelte a riguardo, non analizzi i numeri di Mazzarri.
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