editoriale

Mes que una partita

Mes que un club da una parte, il club più titulato dell’universo dall’altra. In mezzo un campione con aspirazioni europee perennemente insoddisfatte. Il bello del calcio è proprio questo. Imbattersi in una partita e leggerla come...

Sabine Bertagna

Mes que un club da una parte, il club più titulato dell'universo dall'altra. In mezzo un campione con aspirazioni europee perennemente insoddisfatte. Il bello del calcio è proprio questo. Imbattersi in una partita e leggerla come tante storie, incastrate una dentro all'altra. Quale storia avete letto mercoledì sera? E quanto era diversa da ciò che avete dovuto leggere il giorno seguente? Il Barca vacilla, la sua orchestra armoniosa e perfetta tradisce alcune note stonate e rompe l'equilibrio faticosamente costruito in anni di vittorie. E Pep sembra stanco di dover ripetere quanto sia effettivamente faticoso vincere per così tanti anni di seguito. Ne sappiamo qualcosa.

I rossoneri non si sono fatti asfaltare, ma non hanno nemmeno vinto. Hanno retto e anche questo nel calcio può essere un pregio. E come l'anno scorso l'eliminazione dagli ottavi del Milan fu salutata con un memorabile titolo che diceva "Fuori i migliori" (nemmeno un gol segnato in 180°, ma queste sono bazzecole), così non dovrebbe sorprendere nemmeno la cieca esaltazione di una sconfitta. Anche se il vero sconfitto forse è un altro.

E' stato il protagonista assoluto con una biografia scottante. Ogni giorno piccole rivelazioni date in pasto ai lettori affamati di gossip, in attesa che il bestseller uscisse davvero. Facile parlare dalle pagine di un libro se poi non si ha il coraggio di affrontare la realtà. Pep e Iba ieri non si sono nemmeno sfiorati. L'argomento della serata. Vi siete stretti la mano? E perché Pep avrebbe dovuto stringere la mano all'acquisto più dispendioso e meno efficace della storia del suo club? Dopo essere stato dipinto come un senza palle, dopo aver raccolto astio ed esserselo semplicemente scrollato di dosso come usano fare i gentiluomini? Nonostante tutto quello che è stato scritto il libro di Ibra non è un libro educativo. Lo svedese non è un leader e queste scaramucce stilistiche ne sono l'ennesima prova. Mercoledì sera ha segnato un gol, ma non è stato decisivo. L'ennesimo scricchiolio in una serata che sapeva quasi di nostalgia. Dietro ad un'effimera coltre spettacolare noi abbiamo visto altre cose. La consapevolezza di un club che ha perso la sua immortalità. La conferma di un campione che non riesce a superare la sua inadeguatezza europea. Tutto questo in mes que una partita...