editoriale

Nessun vincitore

Non ci sono mai stati dubbi sul fatto che il derby si sarebbe giocato. I fiocchi di neve sono scesi copiosi fino alle prime ore del pomeriggio di domenica. Un pomeriggio tempestato di ansie, quella per la partita (il solito chiodo fisso appena...

Sabine Bertagna

Non ci sono mai stati dubbi sul fatto che il derby si sarebbe giocato. I fiocchi di neve sono scesi copiosi fino alle prime ore del pomeriggio di domenica. Un pomeriggio tempestato di ansie, quella per la partita (il solito chiodo fisso appena svegliati) e quella per le sorti dell'Italia (in code ordinate ai seggi in attesa di votare mentre da una radiolina ci arrivavano gli aggiornamenti dagli altri campi). Avremmo scoperto in seguito che a finire male non sarebbe stato il derby. Non così male, almeno.

E' il derby del grande assente (decisivo in tutti i recenti derby), schernito dalla curva rossonera in avvio di partita. Un coro compatto quasi a voler rassicurare Abate. Stai tranquillo, Diego Milito non c'è. E' il derby del "tradimento", se ancora esiste nel calcio l'appartenenza fedele ad una sola maglia. Balotelli verrà tempestato di fischi e cori per nulla accomodanti, ma appena dentro il recinto del ragionevole. E' infine il derby che rispecchia l'andamento in campionato delle squadre che ambiscono al terzo posto. Fatto di frenate, più che di accelerate. Una partita in cui la distanza siderale del primo tempo, con i rossoneri perennemente in attacco e un super Handanovic a negare più e più volte il gol (ad eccezione di quello segnato da El Shaarawy), viene sbriciolata nel secondo, quando i nerazzurri cercano di ribaltare la partita (e la pareggiano con un guizzo di testa di Schelotto).

Piace l'orgoglio con il quale i nerazzurri hanno cercato di cambiare la partita. Per il resto il derby ha regalato impressioni già appurate. Difficoltà già viste. Rocchi non trova spazio nemmeno in questa partita e proprio in queste ore si sta pensando a Carew. L'attacco non è sufficientemente coperto per le tre competizioni nelle quali siamo ancora in gara. La formazione iniziale ha visto tra i grandi esclusi proprio gli acquisti di gennaio. Kuzmanovic e Schelotto sono subentrati a partita in corso, Kovacic è rimasto in panchina. Guarin, nel ruolo iniziale, ha sofferto ed è semplicistico accusarlo di non aver difeso. Non è nelle sue caratteristiche più importanti farlo. Molto più conveniente sfruttare la sua pericolosa anarchia protesa a far male in avanti. Il pareggio alla fine sembra il risultato più giusto. Per un motivo o per l'altro nessuna delle due squadre è stata in grado di sovrastare l'altra e di garantire la governabilità (lo dice il risultato finale). Esattamente come sta succedendo nel nostro  campionato. Esattamente come sta succedendo nel nostro paese.

Twitter @SBertagna