editoriale

(Non) c’eravamo tanto amati…

Di questi tempi è davvero impossibile sottrarsi agli interrogativi che sembrano pesare come nuvole piene di pioggia sulla panchina del Mister. E’ successo che si è fatto finta che tutto andasse bene (da una parte e dall’altra, eh!),...

Sabine Bertagna

Di questi tempi è davvero impossibile sottrarsi agli interrogativi che sembrano pesare come nuvole piene di pioggia sulla panchina del Mister. E' successo che si è fatto finta che tutto andasse bene (da una parte e dall'altra, eh!), ignorando i segnali deboli e anche quelli più forti. Si sapeva che nulla sarebbe stato come prima, tutti dicevano di non pretenderlo, ma poi...Poi è successo che abbiamo incominciato a dirci che non pensavamo che potesse andare così male (in campionato) e di fatto si è arrivati ad un punto di non ritorno. Sulla nostra panchina siede un professionista serio, che ha avuto il suo bel da fare con i fantasmi del passato ma soprattutto con quelli del presente (giocatori ancora tremendamente innamorati di Mou, infortuni, ecc...); una persona garbata, amante del proprio lavoro, che sa di pallone. Eppure, non è scattato il colpo di fulmine. Ci siamo annusati con circospezione e abbiamo pensato, ognuno dal proprio punto di vista, che era la miglior scelta che potessimo fare. Sulla carta era effettivamente così. Ma all'Inter le cose non sono mai semplici, motivo per il quale quando succedono sono estremamente fragorose. Rafa ha aspettato i fuochi d'artificio di Abu Dhabi per esprimere il suo disappunto. Mi chiedo se allenatore e presidente non potessero trovare il tempo per dialogare con più chiarezza durante questi cinque mesi. Per interrogarsi su un rapporto logoro fin dall'inizio. Appassito o mai sbocciato. L'ambiente nerazzurro ha per l'ennesima volta confermato che un allenatore che sia solo un tecnico, anche se praparatissimo, non basta. Ci vuole un motivatore per convincere la squadra che il suo più grande nemico è proprio lei. Ciò che può diventare dipende unicamente da quello che vorrà diventare e dall'intensità con la quale cercherà di farlo. La società ha indubbiamente le sue colpe. Ma è evidente che Rafa non è entusiasta alla Pinetina, come non sembrano esserlo i suoi uomini. Forse, non ci siamo mai amati...