editoriale

Omaggio a un angelo nerazzurro di nome Carmelo

Quella che vogliamo raccontare oggi ai nostri affezionati lettori è la storia di un papà interista, tifoso appassionato e coriaceo. Una storia splendidamente romantica nella sua straordinaria semplicità. Una storia che è terminata sabato...

Lorenzo Roca

Quella che vogliamo raccontare oggi ai nostri affezionati lettori è la storia di un papà interista, tifoso appassionato e coriaceo. Una storia splendidamente romantica nella sua straordinaria semplicità. Una storia che è terminata sabato scorso alle ore 17, dopo 63 anni di vita vissuta in modo pieno e totale, Carmelo de Fazio ha infatti lasciato questo mondo, aggredito da una vile nemica, resa tristemente famigerata dal caso dell'ex calciatore Stefano Borgonovo, la Sclerosi Laterale Amiotrofica. Quando però è la gente "comune" a soccombere, è solo il dolore di chi la subisce che prova a riempire vuoti incolmabili.

Qualche tempo fa abbiamo raccolto in redazione le toccanti missive del figlio Ciro, che ci chiedeva di intercedere presso la società nerazzurra per regalare una piccola sorpresa al papà malato. Purtroppo ciò non è stato (malgrado la disponibilità della società) possibile e l'inesorabile e troppo rapido destino non ha aiutato a che ciò potesse avere luogo. Ma grazie a Ciro, ragazzo forte e di rara umanità, e alle sue splendide e commoventi parole, faticose da leggere senza provare una forte emozione, abbiamo voluto a nostro modo omaggiare la memoria di Carmelo:

«Innanzitutto lo ringrazierò sempre per non avermi fatto diventare un gobbo, ma un fiero nerazzurro come era lui, nato in un covo di juventini negli anni 50, ha scelto i colori che lo hanno accompagnato per tutta la sua vita. Era un uomo forte e determinato, lo è stato fino all'ultimo istante in cui la sla se lo è portato via, a me e alla mia famiglia non ha fatto mai mancare niente, un po’ duro per certi versi, ma sempre disponibile e col sorriso stampato su quel volto segnato da mille difficoltà, da cui è riuscito a uscire sempre vincitore.

Era nerazzurro nell’anima, difendeva i suoi beniamini e la sua squadra, tanto che io gli dicevo che aveva i paraocchi nerazzurri. Si arrabbiava quando le cose andavano male, gioiva a ogni singolo gol, ha visto vincere tutto, dall’Inter del 64, passando per l’Inter del Trap e Matthaeus, arrivando sino a Milito, Zanetti (il suo idolo) e il Triplete. Io voglio pensare che lui abbia vinto la sua battaglia con la "stronza", come la chiamava Borgonovo, un esempio per mio padre e per tutta quella gente che deve lottare ogni giorno, contro un male che ti rende schiavo sempre di più. Papà ha lottato tanto forse troppo, contro un destino già scritto, consapevole della sua sorte, inerme in un corpo che ormai era diventato una buia cella, da cui non poteva fuggire.

Ricorderò sempre i suoi occhi, ormai diventati la sua unica forma di comunicazione, era aggrappato alla vita, mi piace pensare che ora dopo tanta sofferenza, sia qui accanto a noi a proteggerci, prima che si ammalasse mi aveva promesso che saremmo andati a vedere una partita dell’Inter, purtroppo non è stato così, non ce l abbiamo fatta, io verrò a Milano al San Siro un giorno e lo porterò con me, perché era uno dei suoi ultimi desideri. Nella bara tra le mani gli abbiamo stretto una sciarpa nerazzurra, se n’è andato così.

Grazie papà, sarà retorico quello che ho scritto, l’avrò scritto male, starà a voi giudicare se pubblicare o meno io sono contento comunque del vostro interessamento davvero, grazie mille da parte mia e di papà che sarà contento, spero che queste persone affette da questo male tremendo abbiano più fortuna e che un giorno ritornino a sorridere.

Grazie Lorenzo, grazie al direttore Giovanni e grazie alla redazione, per tutto».

Da parte di tutta la redazione di FcInter1908 va un abbraccio grandissimo a Ciro e a tutta la famiglia De Fazio.E tu Carmelo, angelo nerazzurro, mi raccomando da lassù controlla cosa combina Thohir…