Ci sarà tempo per uccidersi di mercato da qui alla fine dell'estate. Quest'anno la danza dei nomi è iniziata presto. Prima della primavera, visto che quest'ultima tarda nel palesarsi. Sul più bello Moratti ha rotto gli indugi e interrotto il toto-allenatore. Proprio quando il balletto dei nomi accostati alla panchina nerazzurra aveva preso ritmo, sfiorando tecnici freschi di rinnovo e nomi legati all'interismo e a quella appartenenza spesso evocata dai tifosi negli ultimi tempi. Rifondare una squadra, consolidando ambizioni e aspettative, può non voler dire azzerare tutto. Anzi. In questa stagione diversi giocatori hanno indicato quale potrebbe essere la strada migliore da intraprendere nel futuro che verrà. Giocatori ai quali sarebbe opportuno non rinunciare.
editoriale
Pedine (quasi) intoccabili
Ci sarà tempo per uccidersi di mercato da qui alla fine dell’estate. Quest’anno la danza dei nomi è iniziata presto. Prima della primavera, visto che quest’ultima tarda nel palesarsi. Sul più bello Moratti ha rotto gli indugi...
"Non possiamo fare a meno di lui" ha detto Stramaccioni in conferenza stampa a proposito di Samir Handanovic. Le parole rinnovano il senso di quell'acquisto, che l'anno scorso colse molti di sorpresa (non tutti erano pronti a separarsi da Julio Cesar), ma che aveva lasciato subito intuire, che si stesse trattando di un investimento ragionato nel lungo termine. Rimetterlo in discussione dopo solo un anno non avrebbe granché senso. L'Inter deve ripartire da quanto di buono è stato disegnato in questa seppur travagliata annata. Perché si sono fatte anche cose buone. Guizzi che ci hanno lasciato intuire, di alcuni giocatori, che possono dimostrarsi decisivi. Samir è un tassello abbastanza intoccabile da questo punto di vista, ma anche Guarin, prima di perdersi, aveva lasciato trapelare una classe che non si compra e caratteristiche esaltanti. Perché si è perso (ora è fuori per infortunio) dovrebbe essere un interrogativo da sciogliere al più presto. Kovacic, infine. Arrivato in un momento burrascoso, dopo alcune panchine (l'Inter ha avuto spesso paura di bruciare le nuove leve) si è rivelato indispensabile. La Gazzetta di ieri lo indicava come la pedina attorno alla quale costruire la nuova Inter. Quando avevamo proposto la stessa teoria a Stramaccioni, il tecnico nerazzurro aveva comprensibilmente glissato, preoccupato di assegnare una responsabilità pesante ad un ragazzo così giovane. Ma come scrive la Rosea a Mateo le chiavi dell'Inter andranno date senza paura. Gli si farebbe guidare l'intero pullman senza problemi. Rimane solo da capire chi, insieme a lui, ci salirà. La destinazione del viaggio potrebbe dipendere proprio da questo. Dalla compagnia a bordo.
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