editoriale

Per fare un tavolo…

Indire tavolate politiche di discussione è un fenomeno che fa tendenza, ultimamente. Ci aveva provato, con toni vagamente sopra le righe, Della Valle, invitando quest’estate Moratti a sedersi ad un tavolo per spiegare Calciopoli. Immediata...

Sabine Bertagna

Indire tavolate politiche di discussione è un fenomeno che fa tendenza, ultimamente. Ci aveva provato, con toni vagamente sopra le righe, Della Valle, invitando quest'estate Moratti a sedersi ad un tavolo per spiegare Calciopoli. Immediata e netta la risposta del presidente nerazzurro: "È un tipo di domanda che dovrei fare a lui o a loro, perchè io non ho risposte da dare. Quello che pesa di più è quello che è successo allora a noi, non vedo perchè dovrei giustificarmi e al massimo è il contrario. E non voglio giudicare il tono, che non mi è piaciuto per niente. Mi siederò al tavolo con Della Valle?.Penso che si divertiranno a fare una rimpatriata tra di loro, io sarei noiosissimo" Chissà se la sentenza in primo grado del processo di Napoli ha riportato alla memoria di Andrea Della Valle chi aveva le risposte su come funzionava il sistema?

Oggi il presidente del Coni Petrucci ha lasciato trapelare in una conferenza stampa tutta la stanchezza per una situazione che ha oltrepassato la misura e il buon senso. "Il calcio è malato di doping legale. Manca rispetto, manca etica, il rispetto delle regole. Chi grida di più pensa di vincere, ma non vincerà, non prevarranno i prepotenti e gli arroganti. Vedo cose a cui non ho mai assistito. Il calcio se continua così sarà commissariato dalla pubblica opinione. Non faccio nomi e cognomi, ma dico che ieri sera è arrivata la sentenza del Tnas, ma adesso a che serve proseguire. Quando si ama la propria squadra si deve pensare che facendo un passo indietro se ne fanno due avanti. Ma qui chi alza la voce non ci fa paura. Nel più breve tempo possibile cercheremo di capire come possiamo difenderci." Chiuso il discorso sullo scudetto 2006. Aperto quello sulla richiesta di risarcimento danni, che sembra voler trascendere ogni ragionevolezza. Petrucci sottolinea il diritto da parte di Agnelli di ricorrere in tutte le sedi del mondo come quello sacrosanto di non condividere la scelta di farlo. Che i toni siano totalmente sfuggiti al controllo appare chiaro nel monito nemmeno tanto celato. Non vince chi urla più forte. O almeno così dovrebbe essere, in una società civile.

Alcune ore più tardi è arrivata anche la tanto attesa posizione di Andrea Agnelli. Ed ecco di nuovo la richiesta di un tavolo politico. Per parlare di cosa? "Per riflettere sui fatti che hanno concorso a generare il fenomeno Calciopoli 2006 e valutare una soluzione insieme." Cioè fatemi capire. Esisteva un sistema accertato, che grazie a rapporti di stampo mafioso lavorava per alterare i risultati di un campionato favorendo in primo luogo una squadra che si chiama Juventus e noi ci dobbiamo sedere ad un tavolo per spiegare che cosa? Come ci sentivamo? Come era bello uscire dallo stadio e fremere per la sensazione di essere stati fregati? Annusare nell'aria che le cose andavano esattamente come qualcuno voleva che andassero e sentirsi rovinare addosso l'impotenza di chi sa che non riuscirà a cambiare le cose? Che cosa di tutto questo ventaglio di frustrazioni volete esattamene conoscere?

Questi toni da regime feudale devono finire. Da dove nasce questo improvviso desiderio di coinvolgerci quando per anni ci avete considerato alla stregua di quattro fessacchiotti da fregare a piacimento? Perché non ci avete invitato ad un bel tavolo di discussione prima del 2006? Avremmo forse intuito meglio quello che già aveva preso forma nei nostri pensieri? Avevate qualcosa da nascondere? No, ai tempi questo benedetto tavolo di discussione non vi passava nemmeno per l'anticamera del cervello. E nulla di quanto emerso in questi ultimi anni vi sarebbe sfuggito se l'inchiesta, le intercettazioni, la smania di potere non vi avesse mosso allo scoperto.

"Il 1 luglio 2011 è arrivata la relazione di Palazzi, pochi giorni dopo la prescrizione dei termini degli atti contestati." Quello che Agnelli finge di non ricordare è che l'inchiesta di Palazzi era già stata avviata in piena prescrizione dei fatti in oggetto, tanto da subire un ricorso per abnormità. La domanda giusta era perché é stata avviata l'inchiesta? Per tenere tranquillo il presidente della Juventus? Per gettare fango? Per prendere tempo? Non aveva nessuna ragione di esistere. E' servita solo per dare nuova foga, se mai ce ne fosse stato bisogno, ai desideri di vendetta della parte bianconera, che in questa vicenda insiste nel definirsi parte lesa.

Ecco, a questo tavolo e con questi presupposti sarà davvero dura sedersi. Moratti ha fatto capire che non mancherà ad un eventuale richiamo istituzionale. Segnali di distensione doverosi finchè l'interlocutore diretto non sarà uno che fa la voce grossa e che pretende spiegazioni su cose che conosce meglio di noi. Pertanto per fare un tavolo di questo tipo ci vorrebbe un mezzo miracolo. Un'ammissione di colpe. Una richiesta di scuse. Un abbassamento di toni notevole. Per fare un tavolo ci vorrebbe che tutto ciò avesse un senso. Ma mi sa davvero che tutta questa storia un senso non ce l'ha...