editoriale

Perfezioni in corso

No, non cadremo nella trappola di parlare di Inter anti-Juve. Non è un dibattito che ci interessa, al momento. L’Inter di Stramaccioni merita però alcune considerazioni sul suo percorso fino a qui. Non si tratta di considerazioni...

Sabine Bertagna

No, non cadremo nella trappola di parlare di Inter anti-Juve. Non è un dibattito che ci interessa, al momento. L'Inter di Stramaccioni merita però alcune considerazioni sul suo percorso fino a qui. Non si tratta di considerazioni definitive, certo. Ma una fotografia di come siamo ora la scattiamo comunque. Per riguardarla più in là e vedere se siamo rimasti gli stessi o se siamo cambiati in maniera decisa. La carta parla di otto vittorie consecutive, di un gruppo che non teme le trasferte (anzi), di una squadra che cambia volentieri e che lo fa con sempre maggiore disinvoltura. La partita con la Samp fornisce segnali di progresso su diversi fronti, a partire da un tridente che come caratteristica più pregevole ha quella di far divertire. Cassano-Palacio-Milito che fraseggiano veloci in contropiede verso la porta avversaria sono uno spettacolo. E non si possono non notare le forme ritrovate di Cambiasso (strepitoso) e di un Guarin che ritrova le sue caratteristiche migliori in un centrocampo che sentiva la sua mancanza (bentornato Guaro).

Ma come direbbe subito Stramaccioni la solidità della squadra parte dalla difesa, che in un ritrovato Samuel (che fa ancora paura agli avversari) e in due giovani sicurezze come Ranocchia e Juan Jesus, ha disegnato i suoi equilibri. Contro la Samp abbiamo preso due gol ingenui, che non cancellano i progressi faticosamente costruiti, ma che vanno analizzati nella giusta luce. Forse non era un caso che mancasse Juan Jesus, giocatore che sta facendo bene e che migliora in maniera mostruosamente costante. Quando l'Inter ha affrontato la Roma non era pronta, stava ancora defininendo i dettagli, cercando le sue geometrie più rassicuranti. Ma quanto è cresciuta, poi. Di un pezzettino ogni partita. Senza montarsi la testa, immersa nel lavoro e nelle idee che Stramaccioni le affida di volta in volta. E sapere che nulla, ma davvero nulla, è lasciato al caso diventa il manifesto di una nuova Inter, che non per forza si chiede ogni santo giorno che cosa farà da grande. Eccetto contro la Roma, dove eravamo ancora troppo acerbi, Stramaccioni ha dedicato alle partite importanti un'attenzione squisita. Ha vinto due derby, di cui uno in maniera pazzesca. Dominando nettamente. E allora quello che si chiede oggi il tifoso nerazzurro è come sarà la partita di domani sera. Se sarà, come spesso è accaduto, una guerra di nervi. Se l'odio si taglierà nell'aria con un coltello. Se su quel campo si parlerà la lingua del rancore. Una cosa è certa. Stramaccioni ha in mente, e piuttosto bene, un solo linguaggio. Quello che piace a noi. Quello del calcio.

Twitter @SBertagna