editoriale

Quelli che…sul campo

Il lupo perde il pelo, ma non il vizio. La vicenda Giovanissimi ha stuzzicato vecchie ferite, mai cicatrizzate, riportando in auge l’atavica disputa tra Juve e Inter. Da quando i bianconeri sono ritornati nella massima serie (é bene...

Sabine Bertagna

Il lupo perde il pelo, ma non il vizio. La vicenda Giovanissimi ha stuzzicato vecchie ferite, mai cicatrizzate, riportando in auge l'atavica disputa tra Juve e Inter. Da quando i bianconeri sono ritornati nella massima serie (é bene ricordare sempre da dove uno proviene) la polemica si é incanalata nel pericoloso binario del vediamo in quale modo possiamo nuocere e distruggere i nerazzurri. Ricorsi, insinuazioni, strategie da asilo Mariuccia. Solo che in teoria qui saremmo tutti adulti. In merito all'incidente dei cambi ecco le parole di Marotta. "Siamo molto dispiaciuti per quanto è successo. La nostra squadra ha visto sfumare un traguardo conquistato sul campo, frutto del lavoro di un'intera stagione. La cosa più difficile è stata spiegare la situazione ai ragazzi, che hanno lottato lealmente per l'intero campionato e si sono visti privare di una qualificazione ottenuta meritatamente, per un errore - peraltro grave - commesso da altri. Considerata la loro giovane età  e il grande spirito mostrato in questa stagione, avranno occasione di puntare in futuro a obiettivi più importanti e usciranno ancora più forti da questa esperienza. Ho già  parlato con Gianni Rivera, presidente del Settore Giovanile Scolastico della Figc, per esprimergli tutto il mio disappunto per un regolamento che andrebbe modificato per evitare in futuro il ripetersi di fatti di questo tipo". 

Sorvolando sull'ennesima vittoria sul campo (a questo punto le toppe sulla maglietta non bastano) c'é una frase che non avrà  lasciato indifferenti coloro che masticano la storia di queste due squadre. Il disappunto per un regolamento che andrebbe modificato. Quanti ricordi! Ma forse Marotta, che ha sposato la causa bianconera da poco, non ha idea di che cosa stiamo parliamo. E allora gli rinfreschiamo la memoria. E lo facciamo con le parole di Helenio Herrera, che nelle sue memorie decise di mettere nero su bianco un episodio curioso. Anche in quelle circostanze c'entrava il regolamento.

L'Inter di Herrera si appresta ad incontrare la rivale bianconera a Torino. Lo stadio é ostile. Gli spettatori superano di gran lunga i posti disponibili ed é cosà­ che questi si riversano ad un certo punto ai bordi del campo e qualcuno addirittura prende posto sulla panchina nerazzurra. Per regolamento si tratta di invasione del campo e non essendoci i presupposti per riportare l'ordine viene assegnata la vittoria per 2 a O alla squadra ospitata, in questo caso l'Inter. La responsabilità , sempre per regolamento, ricade invece sulla società  organizzatrice, in questo caso la Juventus. Era stato lo stesso presidente bianconero, in qualità  di presidente della FIGC (due ruoli assolutamente compatibili, no?), a decretare la necessità  di questo articolo del regolamento, in occasione di un Atalanta-Juventus (ovviamente a favore dei bianconeri).

Ecco cosa successe dopo questa vittoria assegnata per regolamento ai nerazzurri. "Proprio alla vigilia dell'ultima partita del calendario, in cui l'Inter si giocava il titolo affrontando in trasferta il Catania, la FIGC cambiando completamente e inspiegabilmente parere, riformà³ la sentenza della Lega." Herrera aggiunge "In seguito all'intervento di forze occulte la mia squadra si venne di colpo in bianco a trovare con due punti in meno in classifica: la partita con la Juventus doveva essere nuovamente giocata a Torino." Che stranezza! Chissà  a chi interessava riformare il regolamento.

E' un aneddotto interessante, che spiega meglio di qualsiasi libro di storia come funzionasse una volta il calcio in Italia. Marotta si é perfettamente calato nello spirito juventino, facendo sua la battaglia dei 30 sul campo. Ottimo. Ma non si dimentichi di ripassare gli episodi chiave della storia della Juventus. Probabilmente verrà  assalito da una forte nostalgia per quei cari vecchi tempi in cui tutto era decisamente più semplice. E le vittorie decisive venivano da un altro campo. Che con il calcio non aveva nulla a che vedere.

Twitter @SBertagna