Trentadue punti, meno otto alla salvezza. Obiettivo quasi raggiunto. Era questo lo scenario che i giornalai italiani propinavano in continuazione sino a solo due mesi fa. "Inter fuori dai giochi", "Inter rischi la B" erano i ritornelli che andavano più di moda nel mondo della carta stampata e non solo. Ecco che dal cilindro magico poi è spuntato fuori il coniglio Ranieri che ha rimesso a posto tutto nel migliore dei modi: testa bassa e pedalare.L'Inter di questa sera è una sua creatura, plasmata con le sue saggie mani, modellata a suo piacimento e capace di adattarsi all'avversario in maniera perfetta, quasi fosse un guanto su una mano. Squadra compatta, rocciosa, vogliosa di lottare su tutti i palloni si muove in maniera uniforme su tutti i fronti. Attacco, centrocampo e difesa sono uniti all'unisono e appaiono come una corazzata. Bravissimo Ranieri a non rischiare Sneijder dal primo minuto e insistere sulla formula più sicura e redditizia del 4-4-2. Nel momento di difficoltà, quando il Milan sembra schiacciare i nerazzurri capisce che è il turno di bloccare Abate sulla fascia avanzando Nagatomo e di coprirsi con Christian Chivu. Aveva risposto alle critiche per le vacanze prolungate dicendo semplicemente: "valutateci dopo il derby". Bene Mister, come sempre ha avuto ragione lei.Le certezze di Ibrahimovic ("Stasera mostreremo chi comanda in città") e quelle di Boateng ("semplice vinciamo noi perchè sappiamo come si fa e siamo i più forti") vengono sgretolate dalla tattica del Re delle stracittadine. Con lui al comando si va sul sicuro.Il Re però questa sera non era nudo, a vestirlo con gli abiti migliori ci ha pensato Milito in un rendez vous di triplettiana memoria: papera di Abate e lui di sinistro che fulmina il portiere avversario. Si sbatte, combatte, torna indietro, recupera palloni a centrocampo, fa la seconda punta, fa semplicemente la partita perfetta. Le mie scuse a Milito, per le critiche della prima parte della stagione. Stasera ha mostrato davvero a tutta Milano che il soprannome di "Principe" non lo si prende per caso, bisogna essere nominati per meriti sportivi. Un solo scudetto e una corona tatuata sul collo, non danno regi onori (riferimenti a fatti e Boateng sono puramente casuali).Un ultimo plauso va fatto anche a chi di derby ne ha giocati ben 41: l'unico immenso capitano Javier Zanetti. A differenza di altri, lui abbandona la nave per ultimo, ha sempre professato calma e promesso che saremmo usciti dalla brutta situazione di qualche tempo fa. Stasera è il primo a gettarsi su ogni pallone e a divorarsi la fascia come un "tractor". Non conosce il termine vecchiaia nè quello stanchezza.Lorenzo de' Medici affermava: "Quant'è bella giovinezza, Che si fugge tuttavia! Chi vuol esser lieto, sia: Del doman non v'è certezza". Noi una ce l'abbiamo: l'Inter è tornata!
editoriale
Re Ranieri e il vero principe di Milano riaccendono la favola: si sveglia la “Bella Addormentata”
Trentadue punti, meno otto alla salvezza. Obiettivo quasi raggiunto. Era questo lo scenario che i giornalai italiani propinavano in continuazione sino a solo due mesi fa. “Inter fuori dai giochi”, “Inter rischi la B” erano...
© RIPRODUZIONE RISERVATA