editoriale

Sarà  una patteggiata

L’hanno trasformata in una guerra personale. Non si tratta in questo modo una società come quella bianconera, hanno tuonato. Questo anche se i tesserati coinvolti devono rispondere di presunti illeciti e omesse denunce avvenuti in tempi in...

Sabine Bertagna

L'hanno trasformata in una guerra personale. Non si tratta in questo modo una società come quella bianconera, hanno tuonato. Questo anche se i tesserati coinvolti devono rispondere di presunti illeciti e omesse denunce avvenuti in tempi in cui i soggetti coinvolti non avevano nulla di bianconero. É diventata una questione di stato. Fa niente che di solito i termini del patteggiamento li decide l'accusa e non chi si deve difendere. Fa niente che il processo del quale stiamo parlando riguarda più di 40 tesserati e 13 club. Qui si sente una sola e unica voce. 

I pentiti sono quelli che se la passano peggio. Sono quelli che, messi alle strette e non senza ragioni di opportunismo, hanno chiaramente detto che cosa fossero disposti a fare pur di vendersi le partite. Pur di provare quell'adrenalina che per alcuni é quasi una malattia alla quale non si riesce a voltare le spalle. Autogol, accordi segreti, qualsiasi mezzo pur di coinvolgere altri compagni e poter così garantire una maggiore credibilità alle proprie giocate. Di loro la gente pensa il peggio possibile. Come hanno potuto vendersi il sogno dei tifosi? Eppure quando questi provano a spiegare il sistema, gli equilibri e chi oltre a loro sapeva, nessuno sembra più credergli. Già. Nel calcio l'omertà regna sovrana e perché il calcio si mantenga intoccabile occorre ancora una volta resistere. Con l'aiuto di chi vuole difendere la propria squadra o i propri beniamini. A tutti i costi.

Senza entrare nello specifico di verità che non abbiamo, emerge un ragionamento piuttosto semplice. Un sistema così complesso non si regge sulla complicità di un paio di malati di scommesse. Il terreno viene considerato fertile da associazioni malavitose quando si può contare sull'accordo di più personaggi. É un concetto ribadito da molti pentiti, ma é banalmente una chiave di lettura molto ragionevole. Si cercano piazze abituate a chiudere un occhio sui famosi risultati che soddisfano entrambe le parti. Bisognerebbe partire dalla dichiarazione di Buffon e renderci conto di quanto quei due feriti che sono meglio di un morto siano il principio sleale di molti nostri sportivi. Quanto questo principio governi gli spogliatoi del nostro amato calcio. Non vi siete indignati alle sue parole? Beh non vedo come potreste farlo per il calcioscommesse. Non siete gli unici. Al momento sono tutti impegnati a capire coma salvarsi e scontare il meno possibile. Collaborare no. A fatica lo fanno i pentiti. Gli avvocati studiano e si aggrappano a virgole fuori posto per poter dimostrare innocenze delle quali sono ormai in pochi a dubitare. L'attenzione sta già calando. Il campionato si avvicina. E comunque vada, sarà una patteggiata.

Twitter @SBertagna