editoriale

Si sta come d’autunno…

La pioggia non ha smesso un solo istante di battere incessante. In uno dei giorni più importanti per il futuro dell’Inter è scesa senza sosta. Succede in ogni novembre meneghino che si rispetti. Difficile riuscire a respingere la...

Sabine Bertagna

La pioggia non ha smesso un solo istante di battere incessante. In uno dei giorni più importanti per il futuro dell'Inter è scesa senza sosta. Succede in ogni novembre meneghino che si rispetti. Difficile riuscire a respingere la malinconia scandita dalle gocce autunnali. E' il preludio all'inverno. Per l'Inter il preludio ad una nuova era alla quale fatichiamo ancora ad abituarci. Scorriamo il nuovo organigramma e familiarizziamo con i nuovi componenti del cda, a partire dal nuovo presidente. Erick Thohir. Le sue parole, pronunciate oggi, sembrano scelte con cura e parlano di ragione e sentimento. Perché l'Inter è prima di tutto questo. Un sentimento.

Thohir viene immortalato con la sciarpa nerazzurra al collo, suggello di un passaggio di consegne storico. A Moratti viene invece consegnata una maglia con il nr. 18. Come gli anni di presidenza. Un momento che si perde negli applausi e nei ringraziamenti. Un addio, anche se parziale, difficile da disegnare senza un velo di tristezza. Al cda si respirava forte la malinconia per un'era ormai conclusa. Avremo tutto il tempo per imparare a conoscere il nostro futuro. Per onorare il nome dell'Internazionale sotto una nuova presidenza, sempre più protesa oltre i confini del mondo. Ci sarà spazio per Thohir, per le sue idee e per un nuovo modo di gestire l'azienda. Quella che è sempre stata prima di tutto una questione di famiglia. Non c'è posto per i ringraziamenti a metà o le dichiarazioni tardive di un amore, per alcuni, mai sbocciato completamente. Oggi l'Inter era ancora fortemente di Massimo Moratti. Ne aveva tutti i connotati, le emozioni, i sogni. Gli stessi sogni nei quali ci siamo specchiati anche noi. La strada è intrapresa, ma non c'è nulla di male nell'abbandonarsi per un momento alla malinconia. Lo suggeriscono i ricordi, lo impone la stagione. Domani no. Da domani ci sarà una nuova storia da scrivere. Domani è un altro giorno.

Twitter @SBertagna