editoriale

Sindrome da ex

Ci sono poche certezze in giro di questi tempi, ma una di queste è senz’altro quella del giovane nerazzurro che appena ceduto diventa un campione. Sarebbe opportuno andarci cauti perché in questo modo si affermano inesattezze, si fanno...

Sabine Bertagna

Ci sono poche certezze in giro di questi tempi, ma una di queste è senz'altro quella del giovane nerazzurro che appena ceduto diventa un campione. Sarebbe opportuno andarci cauti perché in questo modo si affermano inesattezze, si fanno paragoni azzardati e non da ultimo si richia di rovinare la carriera del giovane di turno. Se Siligardi fosse il nuovo Giggs ne avremmo probabilmente sentito parlare più spesso in questi ultimi anni. Non solo ora che ha segnato tre reti in tre partite, con la maglia del Livorno (l'ultimo gol messo a segno contro la Pro Vercelli). Conosciamo a memoria il gioco delle parti. L'agente, in un'ottica di mercato (è sempre una questione di mercato), non si fa mancare la frecciatina alla grande squadra che se lo è fatto sfuggire. Premesso che a Siligardi auguriamo ogni bene, di sfondare ed essere convocato presto in Nazionale (non vestendo più la nostra maglia non dovrebbe essere neanche troppo difficile), è doveroso però sottolineare alcuni dettagli non secondari.

Luca Siligardi è un '88, ha 24 anni ed ha in qualche modo scavallato quella fase nella quale le aspettative fanno rima con giovanissimo. Per intenderci, non ha i 20 anni di Destro e forse nemmeno i numeri, ma tutto può essere. L'Inter, che lo aveva dato in comproprietà al Livorno, ha deciso di cedere anche l'altra metà nell'operazione che ha riportato Bardi completamente in nerazzurro. Si tratta di un errore grossolano? La società nerazzurra se ne pentirà amaramente? Non lo sappiamo. Può essere. Forse. Usiamole queste espressioni dubitative. Aggiungiamo quel fatidico punto interrogativo.

E' un attimo. Se l'Inter cede un giovane, si alzano nuvole mediatiche di rimprovero, che fanno piovere consigli saggi su come non ci si sarebbe mai dovuti comportare. Il compito del settore giovanile è crescere giocatori di Serie A. Dietro a questi sforzi sono tanti i sogni che si perdono, quelli mancati o durati troppo poco. Poi ci sono invece quelli che ce la fanno. La società deve fare delle scelte. A volte sbaglia, commette errori di valutazione, sottovaluta. Ma pensare che possa tenere tutti i giocatori che ha cresciuto legati a sè non ha nessun senso. Possiamo valutare caso per caso, un margine di errore rimarrà sempre. Ma non possiamo vivere di rimpianti (i vostri ex li state ancora rimpiangendo?). Ma avete idea di cosa faccia l'Inter in ottica giovani? Una minima e sfuggevole idea di che cosa siano i suoi Centri di Formazione, quelli per intenderci da dove poi escono i vari Destro? Quelli che ti sfornano una Primavera capace di vincere i trofei vinti l'anno scorso? Quegli stessi centri sono stati inaugurati dai rossoneri (li hanno chiamati Tecnici) nell'agosto di quest'anno, con chiara ispirazione alla cantera del Barcellona. Affermare infatti che si ispiravano a quelli nerazzurri (inaugurati nella stagione 2008/2009 con Mourinho) faceva brutto. Parlate anche di questo, ogni tanto.

Twitter @SBertagna