Non sarà un Natale molto felice questo dopo il pareggio casalingo ottenuto contro il Genoa, fanalino di coda della classifica del campionato italiano. Mille e una attenuanti, non possono giustificare un pareggio in casa contro l'ultima del campionato. Giocatori infortunati, tante assenze, il clima che non aiuta, ma ripeto anche a costo di essere snervante che l'ultima in classifica, specialmente in casa, va abbattuta. Non battuta. Sarebbe bastato aggredirli dall'inizio come fatto negli ultimi 15 minuti. Invece abbiamo assistito ancora una volta a un primo tempo povero di emozioni e di pathos. La testa non era sul campo. Troppo brutti oggi per essere veri. La vera Inter non è questa. Non si fa fermare in casa da un Genoa che tra le propria fila schiera Sampirisi, Anselmo e Tozser. Il calcio si sa che non è fatto di uno contro uno come con la raccolta di figurine, ma i valori in campo erano troppo diversi per poter pensare a un risultato del genere. E' sembrata la partita fotocopia di quella col Siena. Il palo di Livaja è l'emblema della gara. Giocatori poco convinti che non hanno dato il 100% per portare a casa il risultato. Lungi da me criticare Livaja, giocatore che stimo tantissimo e che sarà un sicuro futuro campione in maglia nerazzurra, ma ripete lo stesso errore visto col Neftci. Bisogna avere più senso del gol sotto porta e gli occhi giusti per rendersi conto che si è decentrati e più vicini al palo rispetto che ad altro. L'Inter purtroppo pareggia questa gara in attesa delle inseguitrici. Certo nove punt di distanza dalla Juventus,i in questo momento della stagione, sono davvero troppi da recuperare.ALVAREZ. E' una diatriba vecchia come il mondo. Fischiare o non fischiare un giocatore se la prestazione viene giudicata insufficente. Quest'oggi, come spesso accade, tocca ad Alvarez sentire i fischi di San Siro nel momento del cambio. Vero che il giocatore è uscito per infortunio, ma prima dell'incidente non aveva mostrato nulla di che. Cordoba è intervenuto, come giustamente dovrebbe fare un uomo della società, ed ha chiesto al pubblico di supportare (o sopportare ancora non si è capito) il giocatore argentino. Un comportamento di classe e spessore quello del nostro ex giocatore, ma che può essere anche non approvato dalla gente che oggi era li a San Siro, con 0 gradi e avendo pagato un costoso biglietto. Non si può affermare che uno non sia tifoso solo perchè esprime un suo giudizio, in questo caso negativo, su un giocatore. I calciatori non appartengono ad una casta e quindi nel bene o nel male devono accettare tutte le critiche che gli vengono fatte.
editoriale
Squadra opaca e scudetto lontano. Cordoba gentleman ma il pubblico può avere ragione…
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