Tre anni. Alla faccia di chi lo aveva accolto con il sorrisino di preventivo compatimento che si riserva solitamente ai traghettatori. Figuriamoci, un allenatore della Primavera. Lo scetticismo per un finale di stagione già segnato, per la novità che la Serie A poteva rappresentare, le sue insidie nascoste. Ma Stramaccioni sembrava non vedere nulla di quello che vedevano gli altri. Zero paura, zero timore reverenziale. Solo quella panchina, la preparazione alle partite, i dettagli studiati e ripassati con cura maniacale. Poche partite per convincere la platea che l'uomo giusto l'Inter lo aveva già in casa. Di autoconvincersi non c'era nessun bisogno.
editoriale
Straconferma
Tre anni. Alla faccia di chi lo aveva accolto con il sorrisino di preventivo compatimento che si riserva solitamente ai traghettatori. Figuriamoci, un allenatore della Primavera. Lo scetticismo per un finale di stagione già segnato, per la...
Tre anni. Che poi, lo sappiamo. Gli anni di contratto non sono mai così indicativi. Mourinho ne onorò alla fine solo due. Ma agli ultimi allenatori la formula proposta era stata sempre la stessa. Due anni. Che suonavano un po' come un anno a disposizione per entusiasmare gli animi ed eventualmente il secondo da considerarsi come buonuscita, nel caso l'entusiasmo non avesse toccato le giuste latitudini. Nessuna illusione di innamorarsi di nuovo.
Non siamo più abituati a pensare così lontano nel tempo. Ci sono stati momenti in cui non riuscivamo ad immaginarci nemmeno i successivi 90 minuti, figuriamoci segmenti temporali lunghi un anno. L'anno scorso in questo periodo brancolavano alla ricerca di un'idea. Quest'anno non solo ce l'abbiamo già. Ma sembra anche decisamente buona. Tre anni. Roba da non crederci...
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