editoriale

Un anno senza rimpianti

Passano gli anni, ma certe care, vecchie abitudini non tramontano mai. Come per esempio quella del Milan che insegue (quasi solo) obiettivi di mercato rigorosamente inseguiti dai nerazzurri. Che gusto ci sarebbe, altrimenti? Come i tapiri che...

Sabine Bertagna

Passano gli anni, ma certe care, vecchie abitudini non tramontano mai. Come per esempio quella del Milan che insegue (quasi solo) obiettivi di mercato rigorosamente inseguiti dai nerazzurri. Che gusto ci sarebbe, altrimenti? Come i tapiri che fioccano in casa Inter a prescindere dalle motivazioni articolate e spesso surreali. Come quella tendenza spiccata da parte di alcuni a cercare il pelo nell'uovo. L'Inter è prima e giù una sfilza di ma condita da altrettanti però. Vi stiamo raccontando forse cose nuove? 

Una cosa che ha contraddistinto positivamente il 2015 dell'Inter è stata la profonda voglia di rivoluzione, sull'altare della quale non si ha avuto paura a sacrificate tante cose. Non era facile, per esempio, rinnegare quasi totalmente il mercato di gennaio in estate. Dopo appena sei mesi. Ma, ad oggi, i fatti dicono che questo, da parte di Roberto Mancini, è stato un grande atto di coraggio. Il tecnico nerazzurro ha preferito incassare le iniziali critiche, ma quando ha capito che alcuni giocatori non sarebbero stati davvero funzionali alla rivoluzione che aveva in mente non ha avuto timori a disfarsene. Qualcuno, sull'altra sponda del Naviglio per esempio, esattamente dopo un anno, non ha ancora risolto il problema dello scarso rendimento di Cerci. Che poi era il primo obiettivo di Mancini a dicembre dello scorso anno. Così per ricordarci di come possano cambiare le cose.

E' stato un anno a tratti strano. Iniziato con una spasmodica euforia a gennaio per un mercato che coinvolgeva finalmente giocatori di un certo tipo. Un'euforia incontrollata, che ha portato a riempire aeroporti per tornare a gridare che c'era voglia di Inter. E tanta. Poi non tutto è andato come ci si sarebbe aspetto. Gli errori del passato erano una trappola troppo frequente. Non a caso, a maggio, Mancini lanciò la "bomba" degli 8-9 giocatori che avrebbe voluto per riportare l'Inter ai livelli che le competono. Ci voleva una scossa. Le mezze misure non avrebbero portato a nulla se non a ulteriori delusioni.

Quello che i tifosi nerazzurri probabilmente non si sarebbero mai aspettati è la classifica che l'Inter è riuscita a costruire in così poco tempo. Dopo un avvio positivo e insperato, la squadra di Mancini ha dimostrato di avere anche una certa continuità. Si è specializzata in vittorie per 1 a 0 e poi è cresciuta anche in attacco. La vera chiave di svolta porta il nome della nuova coppia difensiva: Miranda-Murillo. Solida e difficilmente perforabile, ha fatto la differenza. L'Inter ha finalmente un 11 consolidato? Macché. Il segreto del Mancio è un gruppo che lavora, non si risparmia e aspetta la sua occasione. Un turnover felice, come non se ne vedevano da anni.

Questa nuova Inter ha grinta e carattere. Lo ha mostrato in una partita che in fondo non avrebbe meritato di perdere, quella contro il Napoli. La lotta in inferiorità numerica, il sacrificio del collettivo, la testa che non cede al panico. Sono tutti d'accordo su una cosa: l'Inter di quest'anno è un'avversaria ostica da battere, anche se non sempre esprime calcio ai massimi livelli (ma visti gli anni precedenti direi brindiamoci su che va benissimo così). Non si sa dove potrà arrivare perché vederla prima in classifica è un risultato sul quale in pochissimi ad agosto avrebbero scommesso qualche euro. La bellezza di questo campionato (ma non solo del nostro, anche di quello inglese per esempio) si nasconde qui. Nell'imprevedibilità della classifica e della corsa ai primi posti. Ci sono molte più squadre che partecipano a quella che si profila come una vera e propria guerra e non sarà per nulla facile arrivare fino in fondo. Ma l'Inter, quest'anno, ha deciso di provarci. Perché è un dovere al quale non poteva più sottrarsi.

Cosa ci possiamo augurare per questa Inter nel 2016? Che continui a non mollare niente, che lotti e che soffra come sta imparando a fare ora. Ma soprattutto che non si perda dietro ad inutili rimpianti. Sono stati venduti giocatori, in alcuni casi si è sbagliato, in altri si ha avuto ragione. Ma non è più tempo di pensare al passato. Non più. A cosa sarebbe stato se li avessimo tenuti e valorizzati, Non c'è posto per le vedove di Kovacic, di Shaqiri e di Coutinho. A loro auguriamo il meglio per le rispettive carriere (in fondo lo avevamo capito prima di altri che erano giocatori di valore). A noi auguriamo soprattuto questo. Un nuovo anno senza rimpianti. Ché con quelli non si vince nulla.

Buon 2016 a tutti! E Forza Inter sempre.

Twitter @SBertagna