Se ci avessero detto, al 5° minuto del primo tempo, che la partita sarebbe finita in pareggio, forse avremmo chiesto una penna per firmare. La prospettiva di giocare per 85 minuti + recupero in dieci uomini non era infatti una prospettiva che poteva suggerire esiti particolarmente rosei. L'Inter contro il Torino ha faticato tanto e non solo a causa dell'inferiorità numerica. L'impressione è che i nerazzurri non riescano più a muoversi in maniera corale come avevano fatto nelle prime partite dell'Inter Mazzarriana (un'Inter ancora work in progress). Reparti più lontani, fase passiva arrancante, errori grossolani che costano tanto. A volte troppo.
editoriale
UN PAREGGIO TRA CUORE E AMNESIE. E QUELLA DISABITUDINE A LAMENTARSI
Se ci avessero detto, al 5° minuto del primo tempo, che la partita sarebbe finita in pareggio, forse avremmo chiesto una penna per firmare. La prospettiva di giocare per 85 minuti + recupero in dieci uomini non era infatti una prospettiva che...
E' finita con un pareggio deciso all'ultimo minuto. 3 a 3. La prestazione di Palacio è stata qualcosa di strepitoso. E non solo per quanto concerne i suoi compiti egregiamente eseguiti in attacco. Alla fine della partita si avvista Rodrigo in ogni zona del campo, lo vediamo addirittura allungarsi e salvare palloni in difesa: potesse fare anche qualche parata non si tirerebbe di certo indietro. Come d'altronde aveva già fatto in passato. La voglia dei nerazzurri di reagire ad ogni rete emerge senz'altro come una nota molto positiva. Da ricordare la rovesciata perfetta di Guarin, che nella rete del Toro ci scaglia anche la voglia di riscatto mai sopita. Carrizo è bravissimo a subentrare a Handanovic dopo 5 minuti e a parare il rigore. La sensazione che questa squadra non accetti destini già scritti è netta. A partire da un Mazzarri indiavolato.
Il tecnico nerazzurro dovrà lavorare molto perché qualcosa negli equilibri è cambiato. E se le prime cause sono da ricercarsi nelle assenze di Campagnaro e Alvarez, che così bene avevano fatto fino al loro infortunio, è altrettanto evidente che la fase difensiva emana globalmente troppa incertezza e produce spesso occasioni ghiotte sulle quali gli avversari si avventano con cupidigia. Alla fine della partita però Walter è troppo infuriato (si scoprirà poi per una serie di errori e imprecisioni che si sono accumulate nel corso dei 90 minuti) per presentarsi ai microfoni. Davanti ai microfoni ci andrà Marco Branca a puntualizzare una protesta, che non si limita solo alla partita in questione, ma si estende ad una mancanza di uniformità più ampia. Un discorso che nasce da lontano.
L'Inter non è avvezza alle proteste. Ne è una dimostrazione il post-partita a Torino. Dove le parole di Branca non sembrano convincere e al contrario di dichiarazioni (con l'aggravante di toni più gravi) di altri rappresentanti di squadre avversarie non vengono prese sul serio. Ma la disabitudine a lamentarsi nei nerazzurri emerge anche in campo. I giocatori del Toro sembrano tarantolati e su ogni fallo fischiato chiedono spiegazioni. L'Inter, anche quando è dalla parte della ragione, protesta in maniera flebile, spesso timida. I numeri danno senza dubbio ragione ai nerazzurri. Sul fronte rigori emerge un passivo tra rigori a favore e rigori contro, tipico delle piccole squadre. L'insoddisfazione di fondo, quindi, non nasce certo dopo il pareggio rimediato a Torino. Mazzarri, probabilmente, ha voluto evitare di parlare perché troppo infervorato. A caldo, dopo una partita pazza e vissuta con il cuore in sospeso ci può anche stare. Ma su questo fronte prettamente comunicativo si può senz'altro migliorare. O meglio, si deve.
Twitter @SBertagna
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