editoriale

Un Pazzo indietro

Pensieri masticati in silenzio, impossibili da digerire. Improvvisamente il clima é di quelli che lascia intendere tutti utili, nessuno indispensabile. Lui, Giampaolo Pazzini, é arrivato nel gennaio 2011. Era un momento delicato – ne...

Sabine Bertagna

Pensieri masticati in silenzio, impossibili da digerire. Improvvisamente il clima é di quelli che lascia intendere tutti utili, nessuno indispensabile. Lui, Giampaolo Pazzini, é arrivato nel gennaio 2011. Era un momento delicato - ne avremmo attraversati poi di peggiori - e il suo passaggio in nerazzurro fu assolutamente positivo. Poi una stagione che non fa molto testo, nella quale non é stato semplice distinguere peccati universali da errori individuali. Un'annata da dimenticare, che ricorderemo anche per quel rigore inciampato su una zolla beffarda e sparato in aria a cercare un'assoluzione che non sarebbe arrivata.

"La società ha scelto: non farò parte di questo progetto. Sono sempre stato sincero e lo sono anche ora. Mi impegnerò per far cambiare idea a qualcuno ma il coro dovete rivolgerlo ad altri non a me". Sono queste le incredibili parole che sfuggono a Pazzini sul palco della presentazione della squadra a Pinzolo. Apprezziamo la virtù della sincerità, ma forse queste dichiarazioni le avremmo sentite volentieri in un altro momento. É una sincerità triste quella del Pazzo, che cattura immediatamente la solidarietà del pubblico presente e in qualche modo rovina la festa. "Resta a Milano, Pazzini, resta a Milano" cantano i tifosi interrompendo più e più volte il corso della serata. Si sa, gli addii non piacciono a nessuno. Tantomeno quando si celebra l'inizio di nuova vita.

Succede che dopo quest'uscita, secondo il presidente uno sfogo emozionale che può sfuggire, gli equilibri cambiano. Il valore di un giocatore escluso dal progetto (se così fosse, sul mercato per forza) subisce un inevitabile deprezzamento. A volerlo vendere, andava venduto a fronte di una certa cifra (noi l'avevamo acquistato per 12 milioni + Biabiany). Altrimenti era giusto dargli un'opportunità di riscatto dalla scorsa nefasta stagione. Il Pazzo ha dato retta al cuore, dimenticandosi il contesto che avrebbe meritato più rispetto. E questo non perché non ci piaccia la sincerità. Quando non é fuori luogo ci piace tantissimo. Quando non ci riporta un Pazzo indietro.

Twitter @SBertagna