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ESCLUSIVA / Camozzi: “Conte-Inter? Interpretazione difficile. Messi? Con quei soldi…”

Il noto agente ha analizzato ampiamente la disfatta in finale contro il Siviglia e fatto il punto sul possibile mercato dell'Inter

Francesco Parrone

A poche ore dalla deludente sconfitta in finale di Europa League e dall'atteso confronto tra proprietà e tecnico, l' Inter si ritrova a vivere un momento delicato che potrebbe influire molto sul futuro e sull'inizio della prossima stagione.

In esclusivaai microfoni di FCINTER1908.IT è intervenuto il noto agente e operatore di mercato Franco Camozzi che ha detto la sua sul momento nerazzurro.

Venerdì si è giocata una finale di Europa League che ha lasciato l'amaro in bocca. Cosa ha sbagliato l'Inter e chi ha maggiori responsabilità?

E' stata una finale che sì era difficile ma non impossibile. Penso che qua sia la chiave di tutto. L'Inter ha sbagliato nell'atteggiamento, quello di voler subire il palleggio del Siviglia senza invece contrapporne uno proprio; oppure andare a interrompere questo palleggio con un pressing molto forte che tuttavia era anche impensabile andare ad applicare in tutti i 90' dopo una stagione pesante e lunga. L'errore, se c'è stato, è stato quello del non inserire due esterni che potevano essere Candreva o Moses a destra, in modo da tenere più basso Reguilon e anche il fatto di aver tenuto molto staccato Young da Jesus Navas temendo l'uno contro uno: infatti poi da lì è scaturito il gol del pareggio. Io penso che l'errore l'Inter lo abbia fatto sulle fasce. Ha subito, ha cercato di porre rimedio a quello che era il punto di forza del Siviglia senza invece, mettersi a contrasto.

Poi a centrocampo mancava chiaramente un elemento come Borja Valero o Eriksen, capace di dare quella qualità nei passaggi e soprattutto nell'abbassare e alzare i ritmi in base alle necessità. Serviva un collegamento ai due attaccanti che sono rimasti un po' isolati proprio perché mancava la qualità nel passaggio; i due esterni erano troppo preoccupati di curarsi Reguilon e Jesus Navas, mentre impostandola diversamente non sarebbero stati spavaldi".

Si sono visti anche dei limiti in alcuni elementi. Questo potrebbe aver influito?

"Sì, si sono visti dei limiti caratteriali, tecnici e proprio individuali che hanno pesato. Di personalità il caso più grande penso sia stato quello di Lautaro che ha giocato una partita non all'altezza, e non è la prima volta. Spiace di questo, è un ragazzo ed era la prima volta che affrontava una competizione europea di questo genere arrivando fino alla finale, quindi gli voglio lasciare l'alibi dell'inesperienza ma da un attaccante argentino mi aspetto sempre qualcosa di più.

Ci sono stati anche dei limiti tecnici che abbiamo visto tutti, ad esempio da parte di D'Ambrosio, Gagliardini e dello stesso Handanovic che ha sbagliato molto. Ripeto, potrebbe aver influito la poca attitudine a giocare questo tipo di partite".

Come e deve ripartire la società?

"La società deve ripartire dal fatto che questo è un gruppo che è stato costruito in maniera non troppo omogenea ma comunque neanche troppo distante dall'esserlo. Bisogna ripartire da questa finale di Europa League e secondo me ha ragione il presidente Zhang quando dice che dalle sconfitte si impara sempre qualcosa. All'Inter hanno imparato che per giocarsi certe partite a certi livelli hanno bisogno di un altro tipo di struttura. Io ripartirei sicuramente da chi ha fatto bene quest'anno: Godin, de Vrij, Bastoni, Young e lo stesso Barella. Dal recupero di Sensi che quando ha giocato ha sempre dato qualcosa di positivo e utile alla squadra, infine dall'affiatamento che c'è fra Lukaku e Lautaro Martinez".

Come valuta le ultime uscite di Conte che è sempre più lontano da Milano?

"Le uscite di Conte non si sa come interpretarle. Bisogna vivere la Pinetina giorno per giorno. Io credo che lui voglia dare un'impronta molta più profonda che parte da Appiano Gentile e finisce in via della Liberazione, dunque in società. Chiaramente questo non è possibile, lui è l'allenatore e si deve occupare dei giocatori e non si deve occupare di questioni societarie. Secondo me è come se si sentisse lui il presidente quando invece non è così. Io credo che alla fine le strade si separeranno proprio perché c'è questa volontà sua di cambiare tanto in maniera molto più profonda. Queste cose una società non le può accettare da un suo dipendente; può accettare dei consigli, un input, però lì si deve fermare".

Cosa farebbe se fosse nella proprietà?

Bella domanda. Ripeto, bisognerebbe sapere molto di quello che è successo. Noi da fuori sappiamo poco o niente, quindi se io se fossi nella proprietà sicuramente chiederei delle spiegazioni a Conte per il suo comportamento e della sua inquietudine, della sua irrequietezza. Chiederei su dove e come lui pensa di poter migliorare la squadra ma lì mi fermerei, perché se poi cominciasse a fare dei discorsi che riguardano aspetti societari lì lo bloccherei e stopperei subito dato che non sono questioni legate al tecnico.

Io ripartirei con dei buoni presupposti, soprattutto mantenendo quello che è stato il concetto di lavoro e serietà che è l'aspetto più positivo della gestione di Conte. Ovvero aver riportato alla Pinetina un clima di serietà, un clima di lavoro, disciplina, un clima di 'gioca chi lo merita' e dunque di meritocrazia. Anche nel fatto di credere fortemente  in quello che propone l'allenatore ed essere un corpo unico o un'anima unica".

Sul fronte mercato si fanno tanti nomi ma di chi ha veramente bisogno questa Inter?

All'Inter servirebbe un giocatore come Thomas Partey dell'Atletico Madrid, a me piace molto. Servirebbe un profilo del genere. Sento parlare chiaramente di grandi giocatori come Kante ma quando nominano Ndombele mi si rizzano i capelli perché sinceramente lo reputo un profilo ultra sopravvalutato che assolutamente non farebbe al caso dell'Inter e che il Tottenham non sa come disfarsene. Non vedo perché io debba andare a prendere un giocatore che non è più quel giocatore che era stato quando militava in Francia. Io Ndombele io lo lascerei a Londra con il suo ingaggio e la sua valutazione, come assolutamente farei con uno come Kross altro di cui si fa il nome. Io punterei su Thomas Partey o Fabian Ruiz, sono questi che fanno al caso dell'Inter.

Sento parlare anche di Tonali che va bene, ma non si può pensare di andare all'Allianz Arena o al Camp Nou con soli giovani altrimenti finisce come a Dortmund quest'anno. L'Inter ha bisogno di giocatori con più vena ed esperienza, soprattutto impatto. Dietro dipende molto dall'allenatore perché se rimarrà Conte con la difesa a tre verrà sacrificato Skriniar e ci sarà l'innesto di Kumbulla; io credo che l'acquisto di Hakimi sia ottimo e va dato merito alla società perché è un giocatore molto forte, secondo me il miglior terzino destro che c'è ad oggi in Europa. A sinistra io più che Emerson Palmieri andrei su Marcos Alonso, anche perché fisicamente ha un impatto diverso e nelle diagonali difensive è aiutato anche dall'altezza che è importante.

Come vice Lukaku la questione è aperta perché andrebbe preso un giocatore che ossa partire dalla panchina e poi decidere. Lì il cerchio si restringe a Dzeko o allo stesso Cavani anche se sento che chiede 10 mln di euro netti l'anno. A me piace per esempio Wout Weghorst del Wolfsburg che farebbe al caso dell'Inter, anche perché ricorda molto Dzeko ma ha parecchi anni di meno".

E sui tanti rumor che riguardano Lionel Messi?

"Io piuttosto che prendere un giocatore come Messi prenderei 4 profili da 50mln di euro. L'argentino è un grandissimo giocatore e l'Inter ne guadagnerebbe in altro ma poi mi chiederei dove mettere Eriksen o Lautaro Martinez. Messi sarebbe un problema in più, mi ricorda Roberto Baggio quando all'Inter c'erano Ronaldo, Zamorano, Recoba. Il problema dell'Inter, a parte il vice Lukaku e Sanchez vice Lautaro, è a centrocampo e sugli esterni. Servirebbero un grande centrocampista e un esterno sinistro, poi con tutto il rispetto per Messi io lo vedo più come un'operazione commerciale e secondo me è anche di difficile collocazione in questa squadra".

(Fonte: FCINTER1908.IT)

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