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ESCLUSIVA Capuano: “Le frasi di Thohir, i bond, le sanzioni FPF: tutte le cifre Inter”

Le frasi di ieri di Erick Thohir sul futuro economico dell’ Inter, saldo anche in assenza dei ricavi della Champions League, hanno tranquillizzato l’ambiente nerazzurro. Nelle ultime settimane, infatti, molto si era detto sulle...

Riccardo Fusato

Le frasi di ieri di Erick Thohir sul futuro economico dell' Inter, saldo anche in assenza dei ricavi della Champions League, hanno tranquillizzato l'ambiente nerazzurro. Nelle ultime settimane, infatti, molto si era detto sulle difficoltà che i nerazzurri avrebbero incontrato senza la qualificazione alla massima competizione continentale: scenari poco rassicuranti che avevano allarmato.

FCINTER1908.IT ha intervistato in esclusiva il noto giornalista di Panorama e di Radio24 – Il Sole 24 Ore,  Giovanni Capuano, per farci dire di più sulle due posizioni e per analizzare il futuro economico dell'Inter e commentare le dichiarazioni del presidente nerazzurro:

Giovanni, il problema finanziario dell'Inter è ormai noto. Ieri il presidente Thohir ha detto che la mancata qualificazione alla Champions non modificherà il progetto. Dove sta la verità?

"Se Thohir dice che qualificarsi o no alla prossima Champions non cambia i conti dell'Inter dobbiamo prendere per buono quello che dice. E' l'unico proprietario in Europa a pensarla così, ma non c'è motivo per sostenere il contrario anche se non tutti i numeri che fa nell'intervista a Goal tornano così come esposti. Ad esempio Thohir parla di un fatturato che, anche senza Champions, resterebbe intorno ai 180-200 milioni quando l'ultimo bilancio ha chiuso con ricavi per 167,7, quindi inferiore. E anche la valutazione che entrare in Champions comporti un miglioramento di 20-30 sembra sottostimata. L'anno prossimo il solo market pool per le tre italiane varrà da un minimo di 30 abbondanti a un massimo di quasi 45 grazie al nuovo contratto Mediaset con la Uefa. Poi ci sarebbero da aggiungere i premi per la partecipazione (almeno una decina di milioni anche fermandosi al girone) e gli incassi del botteghino. La Champions vale un tesoro, altrimenti non si spiegherebbe perché tutti facciano carte false per arrivarci"

Allora perché parla così?

"Intanto penso che cerchi di tenere sereno l'ambiente in un momento in cui il tema finanziario e quello tecnico viaggiano paralleli,  ma possono creare pressioni non semplici da gestire. E poi ho l'impressione che  si sia mal interpretato il significato delle analisi scritte nelle scorse settimane, quando alcuni giornalisti hanno provato a spiegare il cambio di passo sul mercato. Nessuno ha parlato di libri in tribunale o sopravvivenza a rischio in caso di mancata qualificazione alla Champions League, ma solo di un piano di investimenti che, senza il terzo posto o la vittoria in Europa League, dovrà portare a operazioni di equilibrio in estate. Tutto qui. Dire che senza Champions arriveranno probabilmente un paio di cessioni importanti non è fare terrorismo mediatico, ma provare a mettere in fila conti e ragionamenti"

Le cessioni di Icardi e Handanovic sono inevitabili?

"No, però sono molto probabili, sia per ragioni tecniche che di bilancio. Il portiere è al culmine della sua esperienza, o rinnova o parte e se va può generare una discreta plusvalenza. Icardi non ha problemi di scadenza, però prende così poco che il tema del rinnovo non può essere ritardato per molto. A fine anno sarà a bilancio per un valore intorno ai 7,8 milioni di euro; qualunque valutazione su eventuali offerte deve partire da questo numero. Di sicuro, con o senza Champions, l'Inter parte da un passivo reale di 100 milioni che andrà ridotto in maniera sostanziale anche per dare un segnale all'Uefa. Le plusvalenze e i ricavi da mercato faranno parte di questo piano"

Alvarez, Taider e gli altri sono già venduti...

"Certo. E, se il Sunderland si salva, garantiranno una serie importante di plusvalenze quantificabile in 10-15 milioni. Però servirà di più. Quanto? Mi limito a ricordare la sequenza storica post-Triplete alla voce plusvalenze: 72,2 nel 2010 51,4 nel 2011, 44,3 nel 2012 33,8, nel 2013 e 7,2 l'anno scorso, quando in uscita il mercato non è stato un successo"

Manca poco e poi dovrebbe arrivare il rapporto dell'Uefa per l'Inter. Cosa rischia la società nerazzurra?

"Penso a vincoli stretti sul mercato. Un po' il modello già visto per Psg e Manchester City, che la scorsa estate hanno dovuto rispettare un rapporto rigido tra operazioni in uscita e in entrata. Poi ci sarà anche una parte di sanzioni economiche, ma il punto è un altro e cioè che Inter e Uefa dovranno fare insieme un percorso lungo perché è impensabile che il club rientri a breve nei parametri del fair play finanziario. Non è solo questione di ingresso alla Champions 2015 o altro: l'Inter deve fare un cammino di equilibrio dei conti ed è interesse anche dell'Uefa che questo avvenga"

E ormai imminente l'emissione di bond che consentiranno all'Inter, tra le altre cose, di estinguere il debito con Goldman Sachs. Cosa comporterà per l'Inter questa operazione?

"In concreto l'operazione serve per risparmiare qualcosa rispetto ai tassi di interesse del finanziamento con le banche che sono abbastanza onerosi con uno spread del 5,5%. Dal 1° luglio l'Inter ha questo obbligo di pagare un milione più interessi al mese e accantonare una cifra che copra la maxi rata finale da 184 milioni nel luglio 2019. Se avete fatto due conti significa mettere a bilancio una sessantina di milioni all'anno, come comprarsi un top player a stagione fino al 2019. Il bond non è altro che un'altra forma di debito per pagare un debito. Sarebbe più alto per lasciare anche un tesoretto da spendere subito evitando l'aumento di capitale, cioè un esborso di soldi veri da parte di Thohir e Moratti. In ogni caso prima o poi la società dovrà restituire i prestiti e i prossimi bilanci saranno appesantiti da queste operazioni finanziarie"

Il progetto stadio sembra ormai stato messo in secondo piano. Secondo te uno stadio di proprietà è essenziale oppure anche rinnovando San Siro si può competere?

"Si può essere competitivi anche senza uno stadio di proprietà a patto che la struttura che hai sia moderna e funzionale, e in questo momento San Siro non lo è, e la concessione sia sufficientemente lunga da consentire le operazioni correlate. Penso che oggi l'Inter faccia fatica ad immaginare la costruzione di un nuovo impianto, ma nulla è da scartare anche perché i tempi sono abbastanza lunghi. Se resta a San Siro dovrà farlo su condizioni molto diverse da quelle odierne"

SI RINGRAZIA GIOVANNI CAPUANO PER LA CORTESIA E LA DISPONIBILITA'