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ESCLUSIVA Cucchi: “Milan e Inter diverse. Eriksen, c’è un problema. Theo? Scelgo Hakimi. Ibra-Lukaku…”

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L'ex giornalista di Radio Rai presenta ai microfoni di FCINTER1908.IT il derby di Milano tra l'Inter di Antonio Conte e il Milan

Alessandro De Felice

Il derby di Milano si avvicina a grandi passi. Domani alle 15 i riflettori di San Siro torneranno ad accendersi sulla sfida che metterà di fronte Inter e Milan. La stracittadina mette in palio non solo il primato cittadino ma anche la testa della classifica dopo tanti anni. A presentare il 'Derby della Madonnina' ai microfoni di FCINTER1908.ITè l'ex radiocronista di Radio Rai, Riccardo Cucchi, che nel corso della lunga carriera ne ha vissuti tanti e importanti come quello valido per il 23esimo turno.

C'è un derby di Milano che ricorda particolarmente?

"Ne ho visti talmente tanti che adesso tirare fuori un ricordo solo è letteralmente impossibile, tra l’altro ho una certa età quindi ho attraversato tra virgolette più generazioni di calciatori, debbo dire che il derby di Milano ha un fascino particolare. E’ molto diverso da quelli di Roma, di Genova, di Torino. Credo che una caratteristica nel tempo che è rimasta invariata nel derby di Milano è la correttezza del pubblico, è una cosa che mi ha sempre colpito molto. C’è grande rivalità, è normale, però il pubblico è stato molto corretto. Non si sono mai verificati a mia memoria fatti gravi come quelli che purtroppo in altre occasioni ci sono stati. E’ un derby che misuro con grande energia sentimentale ma fondamentalmente al di là degli sfottò con grande rispetto. Del resto non credo che dico una sciocchezza se dico che Milano è stata per tanto tempo capitale del calcio italiano".

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Un derby importante: quanto pesa per le due squadre?

"Direi che è un derby bello finalmente, un derby che riporta un pochino al passato, appunto quando dicevo che Milano dominava la sfera calcistica e San Siro era considerata la "Scala del calcio". È bello rivedere il Milan e l’Inter una di fronte all’altra in un momento in cui l’Inter è prima, sia pure soltanto con un punto di vantaggio rispetto al Milan che è stato capolista per così tanto tempo. È una sfida bellissima anche per questa ragione perché in ballo c’è il primato, il primo posto in Serie A, ma naturalmente e soprattutto la prospettiva per entrambe di poter centrare un obiettivo straordinario che sarebbe il ritorno al successo di Milano con una delle due città. Un derby molto importante tra due squadre che hanno veramente una "pelle diversa", molto più cinica, molto più pratica, pragmatica, l’Inter di Conte molto fisica, molto muscolare, diciamo anche matura da un punto di vista anagrafico. Dall’altra parte un Milan più sbarazzino, molto giovane, una delle squadre più giovani della Serie A, con un modo di giocare a pallone un pochino più frizzante, a volte più propositivo, non sempre riesce ad essere quello che vorrebbe Pioli la squadra ma sicuramente una squadra che fa proporre calcio. Quindi due squadre molto diverse anche tatticamente e tecnicamente e di conseguenza penso che sia un derby molto bello da vedere".

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Con una vittoria, l'Inter andrebbe già in fuga Scudetto?

"Ma io direi che è presto. Io sono abbastanza prudente, forte dell’esperienza di tanti campionati vissuti con rimonte che sono inimmaginabili nel tempo. Non credo che questo campionato sarà caratterizzato da una fuga tra virgolette, poi magari sarò smentito, non ho nessuna capacità di prevedere ancora, però ho l’impressione che non sia così. Certo sarebbe fondamentale per l’Inter andare a +4, è sempre meglio essere in testa che inseguire questo è ovvio, però in campionato ci sta solo prendendo. I risultati di ogni settimana ci fanno cambiare idea su quello che avevamo pensato 7 giorni prima. Penso per esempio alla sconfitta del Milan contro lo Spezia che ieri invece è stato battuto nettamente dalla Fiorentina. Sono risultati che ci fanno pensare che è veramente difficile esprimere un giudizio che possa durare nel tempo ed è forse la bellezza di questo campionato. Un campionato che finalmente è competitivo e ci offre molte possibilità. Sono convinto comunque che chi vincerà il derby avrà una spinta come sempre capita quando si vince un derby molto importante per il futuro ma non credo che sarà decisivo per lo scudetto. Del resto mancano tante giornate, mancano 3 mesi alla fine del campionato, fino a maggio è lunga".

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Cosa si aspetta da Ibra e Lukaku?

"Non so quello che avverrà in campo. Sono due campioni straordinari, due simboli anche per i giovani del calcio contemporaneo, sono due campioni indiscutibilmente, due grandi personaggi, due grandi figure che catalizzano l’attenzione di tutti noi che seguiamo il calcio, chi scrive, gli addetti ai lavori ma soprattutto gli appassionati. Non so quello che succederà. Posso dirti quello che vorrei che succedesse. Mi piacerebbe davvero tanto che prima che cominciasse la partita i due si stringessero la mano, si guardassero in faccia con quella franchezza che è tipica di entrambi, con quella capacità di essere magnetici nei nostri confronti, che si guardassero in faccia, che si facessero un sorriso e si stringessero la mano".

Theo contro Hakimi: chi sceglie?

"Non è facile scegliere tra i due perché sono due tra i giocatori più interessanti di questa stagione. Hakimi è incredibile, mi ha colpito tanto, è tra gli esterni più forti del campionato, ha una velocità supersonica, una velocità straordinaria, potrebbe fare il velocista, è un giocatore fondamentale. Sulla fascia con Hakimi l’Inter ha cambiato faccia, ha cambiato volto, è un giocatore difficile da fermare, difficile da contrastare. È bravissimo nei cross, è fondamentale. Theo credo che vada un pochino meglio, forse è meno devastante tra virgolette dal punto di vista fisico ma questa direi è anche una della caratteristica delle due squadre, devastante fisicamente l’Inter, un po’ meno fisicamente lo è il Milan - è più tecnico in alcuni suoi giocatori, non tutti -, però è davvero una bella sfida. Difficile sceglierne uno. Due belle realtà del nostro calcio ed è piacevole che nel nostro campionato possano approdare giocatori di questa qualità e di questa forza. Non so scegliere. Tra i due prenderei Hakimi".

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È sorpreso da Eriksen? Può davvero scavalcare Vidal nelle gerarchie di Conte?

"Il problema è uno solo: è il modulo di Conte, la sua filosofia calcistica. È difficile per Eriksen inserirsi, anche se è stato bravo io credo nelle ultime prestazioni a capire cosa potrebbe fare nell’Inter, cioè non quello che ha fatto prima di arrivare all’Inter. Nell’Inter non c’è la figura del trequartista perché sappiamo che Conte non la prevede quindi ci vuole la capacità di Eriksen di trasformarsi, di adattarsi a quelle che sono le esigenze tattiche della sua squadra. Mi pare che ultimamente l’abbia fatto. Al di là delle capacità straordinarie sui calci delle palle ferme, è uno dei migliori nel nostro campionato, punizioni, calci d’angolo. E’ un calciatore che veramente sa toccare la palla da fermo come pochi però credo anche che abbia un’altra capacità: quella di beccare i tempi, i ritmi. E’ una cosa che oggi non si dice più quando si parla di calcio perché il calcio di oggi è un calcio molto veloce, molto frenetico ma ci sono giocatori come Eriksen che hanno dentro di loro come una specie di cronometro, orologio che è in grado di far capire loro qual è il momento di attirare il tempo e il ritmo di gioco. Questo è incredibile. Al contrario di Barella per esempio che è un giocatore velocissimo, abilissimo nell’uno contro uno, Eriksen a volte sembra correre di meno, sembra in qualche modo essere meno irruento rispetto a Barella ma se si osserva con attenzione il modo di giocare di Eriksen si capisce anche che è il classico giocatore che sa beccare i tempi o ritmi alle squadre. Il futuro di Eriksen e dell’Inter secondo me è in qualche modo condizionato dalla sua capacità di adattarsi a quella che è l’idea di calcio di Conte. Mi pare che negli ultimi tempi ci sia riuscito".

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